martedì, Marzo 19, 2024

Il razzismo sistemico in Italia raccontato in una settimana

In Italia il razzismo non esiste. Eppure, nell’ultimo periodo, si sono succedute storie terrificanti di cui nessuno parla o, meglio, delle quali nessuno ha il coraggio di parlare. Perché raccontarne e parlarne vorrebbe dire ammettere che il razzismo in Italia esiste, eccome. E per capirlo basta semplicemente tirare fuori queste storie. Ecco cosa è accaduto nell’ultimo periodo in Italia.

I migranti morti nell’indifferenza

Il 22 aprile centrotrenta persone sono annegate al largo della Libia. Un’altra strage annunciata. Tutte le autorità europee sapevano da due giorni che nel Canale di Sicilia c’erano tre barconi messi in mare dai trafficanti libici. Tuttavia, nessuno ha inviato navi per soccorrere i migranti in balia del mare grosso. “Gli Stati si sono rifiutati di agire per salvare la vita di queste persone. Loro hanno supplicato e inviato richieste di soccorso per due giorni prima di annegare nel cimitero del Mediterraneo. È questa l’eredità dell’Europa?”, le parole durissime della portavoce dell’Oim, Safa Msehli. Per la prima volta da molti anni, tre navi commerciali hanno deciso di unirsi alla Ocean Viking nella ricerca dei dispersi. I mercantili, però, non sono stati coordinati da nessuna delle centrali di soccorso, a causa del solito scaricabarile tra Tripoli, La Valletta e Roma. La morte dei migranti, nella totale indifferenza, è stato il tragico risvolto.

La vicenda di Fares Shgater

Nella notte tra il 24 e il 25 aprile, un ragazzo di 25 anni è morto annegato a Livorno. Secondo la versione degli agenti, Fares Shgater stava fuggendo da una pattuglia che lo aveva incrociato in piazza della Repubblica. Poi il vuoto sulla dinamica dei fatti che ha portato il ragazzo alla morte. Non riuscendo ad individuare il giovane, gli agenti hanno allertato i vigili del fuoco che lo hanno ripescato con l’ausilio dei sommozzatori, ormai annegato e a quattro metri di profondità, intorno all’una di sabato. “Fares non si è buttato da solo, non sapeva neanche nuotare. Ci sono testimoni che non vogliono parlare”. Queste le parole degli amici di Fares che il 26 aprile hanno organizzato un corteo chiedendo giustizia e verità per il ragazzo. Alla manifestazione pacifica presenti, oltre le camionette e gli agenti in tenuta antisommossa, una decina di simpatizzanti della Lega. Fra questi il Consigliere Alessandro Perini che ha indetto una contromanifestazione rivolgendo pesanti insulti ai manifestanti e al ricordo di Fares.

Gli ultimi episodi di razzismo

Il giorno dopo, a Padova, un ragazzo di colore in sella alla sua bici da freestyle non sarebbe riuscito a fermarsi all’alt della polizia. Alcuni testimoni affermano che il ragazzo non avrebbe fatto neanche in tempo a rallentare: sarebbe stato subito spintonato a terra dagli agenti e, mentre chiedeva il perché di tanto accanimento, sarebbe stato messo pancia a terra strattonandolo per il collo. “Ti stacco la testa”: le parole di uno degli agenti mentre trascina il ragazzo sul selciato. “Volete lasciarlo respirare? Volete ammazzarlo?”, le reazioni di alcuni passanti. Poco più tardi, nella notte tra il 25 e 26 aprile, a Borgo La Rocca, in provincia di Foggia, un gruppo di uomini ha sparato a tre braccianti. I ragazzi stavano rientrando al ghetto di Rignano quando sono stati affiancati da un suv dal quale sono partiti alcuni colpi di fucile.

Il razzismo dilagante in Italia

Quando esattamente un anno fa la notizia della brutale uccisione di George Floyd in America attraversava con prepotenza l’Atlantico, improvvisamente, tutti i media italiani si erano mobilitati per parlare del razzismo endemico americano e della brutalità della polizia, sottolineando che non esiste nulla come il razzismo americano nel nostro Paese. Così, le proteste transnazionali sono state liquidate come manifestazioni di solidarietà con l’America del #BlackLivesMatter. Tuttavia, quelle di allora, così come quelle di oggi, vedi CambieRAI, non sono atti di solidarietà ma lotte necessarie: richieste di aiuto, di ascolto, di azioni concrete. Il risultato del “non-fare italiano” è quello raccontato dalle vicende che si sono susseguite nell’ultimo periodo, esempi di un razzismo dilagante e imperante. Perché la definizione del razzismo sistemico è la stessa negli Stati Uniti come in Italia. Si tratta della normalizzazione e legittimazione di una serie di comportamenti che avvantaggiano costantemente i bianchi e che producono conseguenze negative per le persone di colore. Come si può continuare a fare finta di niente? Come si può continuare ad ostentare il non-razzismo italiano negandone la gravità? Queste storie meritano di essere ascoltate e raccontate per ciò che sono: episodi di razzismo sistemico.

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