I mammiferi endemici delle isole sono più vulnerabili di molti altri animali ai cambiamenti climatici. L’essersi adattati in modo così specifico ad ecosistemi unici e la limitata possibilità di spostamento in aree così ristrette, sono caratteristiche che non permettono a queste specie di rispondere in modo adeguato al clima che sta mutando.
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Perchè le isole sono più a rischio
Le cause della perdita della nostra biodiversità sono molteplici: l’espansione agricola, il sovra sfruttamento delle terre e l’introduzione di specie aliene invasive sono sono alcune. Molti scienziati tuttavia, sono concordi nel ritenere il cambiamento climatico in atto come la causa principale della maggior parte di estinzioni attualmente in atto. In questo quadro purtroppo, le specie più a rischio sono quelle che vivono nelle isole. Le specie insulari non riescono in genere a rispondere molto bene ai cambiamenti ambientali. Questo accade a causa della loro evoluzione isolata e della geografia stessa degli ecosistemi insulari, entrambi fattori che limitano drasticamente il potenziale di risposta ai cambiamenti climatici. Infatti queste specie non possono spostarsi a latitudini o altitudini più idonee e non possono migrare in altre terre, storia completamente diversa per le specie che vivono sul continente. Dunque è chiaro come sia necessario valutare meglio le situazioni delle specie che vivono nelle isole e dare priorità a questi sistemi per la ricerca di soluzioni che possano salvarle.
Lo stato di vulnerabilità
La valutazione di tale vulnerabilità è stata calcolata tenendo conto di tre aspetti: esposizione, sensibilità e adattamento. La prima si riferisce ai cambiamenti dell’ambiente fisico della specie a causa dei cambiamenti climatici. La seconda è la capacità di tale specie di resistere nel suo ecosistema a tali cambiamenti mentre la terza riguarda la capacità di adattarsi agli impatti negativi del cambiamento climatico.
Più a rischio le isole del Pacifico
Tenendo conto di questi elementi le zone più vulnerabili a questi cambiamenti sono state individuate nelle isole e negli arcipelaghi situati nel Oceano Pacifico. Al contrario gli ecosistemi insulari con vulnerabilità più bassa sono Giappone, Tasmania, Sri Lanka, e Caraibi. Probabilmente saranno necessari ulteriori studi analizzando singolarmente le varie specie di questi luoghi per capire come agire prima che sia troppo tardi.
Fonte: Nature communication