giovedì, Maggio 2, 2024

Glastonbury Festival, l’Inghilterra tra musica e spettacoli

Parte oggi il Glastonbury Festival, la manifestazione musicale e d’intrattenimento più importante del Regno Unito e uno tra i più rinomati d’Europa. Dopo la lunga attesa dell’evento anche quest’anno, fino a domenica 30 giugno, una folla di spettatori composta da oltre 175mila festaioli potrà divertirsi trascorrendo in compagnia di buona musica ed entusiasmanti esibizioni un fine settimana entusiasmante, immersa nella verdi campagne della Worthy Farm, la storica fattoria situata nella verde e fangosa contea del Somerset.

Ritenuto il Coachella europeo, l’evento prevede la presenza di più di 1800 artisti, musicisti e non, che daranno il meglio di sé per tutti i cinque giorni di durata del festival applauditi da un mare di pubblico estasiato. La manifestazione, ufficialmente denominata Glastonbury Festival of Contemporary Performing Arts, è uno dei maggiori richiami di artisti da ogni dove e di ogni preferenza espressiva che riescono ad accogliere un pubblico estremamente variegato. Nato agli inizia del Novecento, all’incirca nel periodo della Prima Guerra Mondiale, per volere del compositore classico Rutland Boughton come una serie di concerti, lezioni e recite di stampo scolastico, il suo primo vero debutto fece capolino nel settembre del 1970 presso la Worthy Farm con il Pilton Pop, Blues & Folk Festival, il precursore dell’attuale Glastonbury Festival. Venuto alla luce essenzialmente come unificazione e adunata di quelle che allora potevano essere definite controculture hippy e bohemien, manifestazioni socialrivoluzionarie nelle arti e nel pensiero le cui intenzioni erano l’emancipazione ed il progresso, il Festival continuò la sua impostazione di rivolta grossomodo sino alla fine degli anni Novanta anche se a tuttora quella fiamma originaria di ribellione, che riuscì a far esplodere l’evento e traghettarlo fino ad oggi, rimane piuttosto evidente. Fra musica, danza, circo, teatro, commedia, circoli letterari, cabaret ed altre forme d’arte visuale o performativa, la manifestazione continua a attrarre milioni di visitatori. Quest’anno, a calcare i palcoscenici, uno fra tutti l’enorme Pyramid Stage, ci saranno musicisti e cantautori della levatura di Cure, Killers, Stormzy, Liam Gallagher, Janet Jackson, Miley Cyrus, Lauryn Hill, Kylie Minogue, Lizzo, George Ezra, Janelle Monáe, Chemical Brothers, Sheryl Crow, Snow Patrol e tanti altri ancora, non da ultimo lo storico organizzatore del Festival Michael Eavis che quest’anno ha deciso di esibirsi con la sua band prima di lasciare le redini della gestione festivaliera alla figlia Emily. A rappresentare le altre arti ci saranno altri famosi artisti nazionali ed internazionali, per la sezione letteraria presenzierà la poetessa e paroliera inglese Kate Tempest.

Pyramid Stage

Sulla scia della sensibilizzazione ecologica che invade l’intero globo, anche il Festival ha deciso di promuovere la lotta allo spreco e alla salute ambientale attraverso la creazione di un ampio spazio dedicato proprio al tema della minaccia del cambiamento climatico seguendo l’ondata del movimento Extinction Rebellion. Ogni anno, per non parlare delle celebri stelle della musica e dello spettacolo che si sono susseguiti nelle precedenti edizioni, tra i molti si ricordano David Bowie, Radiohead, REM, Oasis, The Who, Coldplay e Adele, si possono incontrare illustri ospiti internazionali diventati una presenza costante quali Kate Moss, Stella McCartney, i coniugi Beckham, Brad Pitt, Johnny Depp, Cara DelevingneSuki Waterhouse, Rose Leslie e Kit Harington, compresi alcuni protagonisti di Game of Thrones. Terminate le esibizioni, che come una Woodstock moderna si alternano dall’alba fino al tramonto, i festeggiamenti continuano con gli after party in cui i partecipanti possono darsi alla frenesia della notte ballando, per esempio, allo Shangri-La, uno spazio aperto fino alle ore piccole oppure divertendosi nel tendone Crow’s Nest o al The Sisterhood, un’area completamente dedicata alle donne. Da non tralasciare il famoso bar Rabbit Hole, locale reso celebre dal principe Harry che proprio qui amava trascorrere le serate in alcune passate edizioni del festival. C’è anche il Piano Bar, il locale preferito dal direttore del Festival, un luogo sotterraneo illuminato da candele in cui è possibile sorseggiare in compagnia e che cambia ogni anno posizione all’interno della manifestazione.

Michael Eavis

Agli spettatori più facoltosi è data la possibilità di alloggiare in glamping di lusso spendendo un’importante somma per trascorrere le giornate del festival in eleganti tende indiane o in boutique pod, dotate di docce e bagni privati nonché di centri benessere e ristoranti di alta cucina, piuttosto che risiedere negli affollatissimi spazi campeggiabili messi a disposizione dall’organizzazione. Come in una piccola città metropolitana la convivenza pacifica all’insegna dell’uguaglianza, dell’arte e della moda tra culture, nazionalità, etnie e ceti sociali è assicurata. Da non perdere il mercatino esoterico dotato di bancarelle che propongono specialità esotiche d’interesse gastronomico e artigianale, pratiche esoteriche, prodotti mistici, lezioni di ceramica e curiosità varie. Con la pop-up city dei Green Fields, Glastonbury dà il meglio di sé in materia metafisica, elemento essenziale che non può assolutamente mancare in un genere di prodotto ad alto tasso spirituale come è il festival, luogo interamente tematizzato in esoterismo e healing. In questo posto fantastico il gotico ed il medievale la fanno da padroni, dovunque si volti la testa si possono trovare banchetti dotati dei più fantasiosi oggetti, tendoni di pratiche di meditazione buddhista o di cucine medievali, e ancora luoghi sulla medicina alternativa o aree in cui poter trovare oggetti strani, rari, lontani e inusuali oppure dove poter imparare tecniche di sopravvivenza, insomma non c’è che l’imbarazzo della scelta. L’atmosfera del territorio inglese non sarebbe più adatto per un ritrovo di questa portata. Tutto questo all’insegna del divertimento, della responsabilità e della libertà, perché la vera magia e il vero mistero non appartiene a quello che si può trovare all’evento bensì esiste nelle emozioni e nelle sensazioni che il festival provoca in ogni persona.

Alessandro Pallara
Alessandro Pallara
Nasce a Ferrara nel marzo del 1996. Ha studiato sceneggiatura presso la Scuola Internazionale di Comics di Padova. Tuttora collabora come volontario supervisore del patrimonio artistico culturale con l'associazione Touring Club Italiano nella città di Bologna.

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