Fumeo Carlo, azienda famosa in tutto il mondo per le sue cravatte di alta qualità artigianale esclusivamente, Made in Italy, ha lanciato la sua collezione di accessori. In questi anni il marchio brianzolo ha ampliato i propri orizzonti, allo scopo di tramandare la raffinatezza delle sue lavorazioni nel mondo del fashion. Ed ora sono arrivati anche i nuovi accessori in maglia italiana al 100% per evidenziare ancora una volta l’eccellenza della tradizione sartoriale del Bel Paese.
La collezione di accessori Fumeo Carlo fra tradizione e innovazione
La gamma di accessori da uomo Fumeo Carlo comprende cravatte, papillon, bretelle, cinture e berretti. Tutti sono stati pensati per uno stile che vada ad unire la tradizione alle nuove proposte della moda attuale. Gli accessori sono stati realizzati artigianalmente in seta, cotone, cashmere, lana e materiali sostenibili con i telai degli Anni ’30. Solo così, infatti, si possono garantire un’elevata qualità ed una trama sofisticata che i macchinari moderni non potrebbero mai raggiungere. Ovviamente non manca la maglia, fiore all’occhiello da sempre dell’azienda brianzola.
Fumeo Carlo: accessori in maglia di elevata artigianalità
Enrico Fumeo: “Questa vuole essere la storia di un’eleganza semplice che sa sorprendere”
Enrico Fumeo ha spiegato così com’è nata l’idea della collezione di accessori da uomo: “Nostro nonno ci raccontò molte volte del suo primo viaggio in Germania e dello spirito con cui lo affrontò. Carlo era determinato nel tornare a casa con qualcosa in più dei soliti telai con cui tesseva le calze e guardava con eccitazione al futuro”. L’imprenditore ha poi aggiunto: “Il nostro intento è andare verso il futuro attraverso il passato. Reinterpretare gli accessori uomo e riproporli come non si sono mai visti senza abbandonare la qualità di sempre. Questa vuole essere la storia di un’eleganza semplice e che sa sorprendere”.
Come sono nate le cravatte in maglia
Enrico Fumeo ha anche rivelato le origini delle cravatte in maglia del brand lombardo: “La nostra bisnonna Emilia lavorava ai ferri per irrobustire il tessuto delle calze di lana in modo che fossero utilizzabili più a lungo – ha spiegato l’imprenditore – Un giorno mio zio Pietro decise di provare a riproporre sulle cravatte questo magico intreccio che poteva resistere allo sfregamento. L’intento era quello di tessere una cravatta che potesse essere annodata e riannodata per diversi anni senza rovinarsi. Da qui nacque il nostro modello Grana di riso”.