Endurance: una nuova spedizione alla ricerca del relitto perduto

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L’Endurance di Ernest Shackleton è un relitto perduto nelle acque antartiche più di un secolo fa. Il prossimo febbraio una nuova spedizione cercherà di ritrovarlo.

Cos’è l’Endurance?

La nave era rimasta incagliata nei ghiacci dell’Oceano Antartico nel 1914, per l’esattezza nel Mare di Weddell. La posizione precisa è tuttora sconosciuta, e la spedizione Endurance22 si propone proprio di riportarla finalmente alla luce.


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L’Endurance di Shackleton: una spedizione sfortunata

Il tentativo era di attraversare il Polo Sud. La nave si stava facendo strada tra i ghiacci verso sud, in un’impresa durata settimane: infine, era rimasta intrappolata al largo della Caird Coast. L’equipaggio era rimasto alla deriva per più di un anno, inizialmente a bordo della Endurance, quindi sulla banchisa. Rimasti senza viveri, gli uomini erano stati costretti a mangiare i cani da spedizione, seguiti da pinguini e foche.

Storia a lieto fine

Usando le scialuppe di salvataggio recuperate dal relitto ormai inabissatosi, l’equipaggio giunse a Elephant Island. Da qui il capitano, Ernest Shackleton, ripartì con l’imbarcazione più robusta e cinque uomini, tornando indietro a cercare soccorsi. Dopo 15 giorni di navigazione arrivavano con successo, e Shackleton tornava ad Elephant Island a recuperare i marinai rimasti, 28 in tutto.

La nuova spedizione

Come dicevamo, il luogo dell’inabissamento è conosciuto, così come la profondità (10.000 piedi). La maggiore difficoltà per il team sarà rompere la calotta di ghiaccio, nonostante il cambiamento climatico possa giocare a favore. L’intento è di utilizzare dei rompighiaccio montati sulla nave SA Agulhas II, per poi calare il sottomarino autonomo Saab Sabertooth. Le immagini radar aiuteranno a localizzare esattamente il relitto. Niente souvenir, però: gli scienziati si limiteranno a scattare delle foto, in quanto la Endurance è protetta dal Trattato Antartico Internazionale.

Una seconda possibilità

Una prima spedizione era già stata tentata nel 2019, poi annullata a causa del clima e con un sottomarino perso. Ma gli scienziati non si sono arresi. “Il tentativo di individuare il relitto della Endurance è qualcosa a lungo pensato impossibile e fuori portata, e per questo estremamente eccitante” ha spiegato Mensun Bound, direttore della seconda spedizione. “Data la durezza dell’ambiente antartico, non ci sono garanzie di successo, ma rimaniamo ispirati dai grandi esploratori e ci imbarchiamo con grandi speranze. Con la migliore tecnologia possibile e un team di esplorazione leader a livello mondiale, speriamo di poter raggiungere un momento fondamentale nella storia”.

Speranze per il futuro

Gli scienziati sostengono che i livelli di ossigeno intorno al relitto siano sufficientemente alti da permettere la vita. Ritengono quindi che ci sia ragione di credere che si sia sviluppato un nuovo ecosistema, e forse addirittura nuove specie. Il finanziatore della spedizione, Donald Lamont, presidente del Falklands Maritime Heritage Trust, pensa che questa nuova impresa potrebbe incoraggiare i giovani esploratori, oltre a comprendere di più l’ambiente antartico.