venerdì, Marzo 29, 2024

Ecofuturismo: un nuovo sogno per la moda

Nonostante la pandemia abbia causato un duro colpo alla moda, gli stilisti sono riusciti a presentare le loro collezioni con le sfilate. Ma sono i giovani stilisti che hanno portato sulle passerelle un nuovo sogno per la moda: l’ecofuturismo. In cosa consiste? Scopriamolo insieme.

Ecofuturismo: un sogno o una filosofia?

Marine Serre, giovane designer sensibile e di talento di 29 anni, ha dato il via alla settimana della moda di Parigi con l’attivazione digitale più coinvolgente tra le centinaia di video di lunghezza e qualità variabile realizzati per queste ultime fashion week.

La sua collezione soprannominata “Core” l’ha presentata con un sito web dove si può visualizzare tutte le tappe del suo lavoro. Uno spazio tempo virtuale che è stato integrato in ciascuna delle scene. Con un clic si entra improvvisamente nella storia del capo indossato e appaiono gli atelier dove vengono prodotti i capi con il team del marchio.

Serre ha abbracciato l’arte dell’upcycling, molto prima che diventasse una tendenza. Si tratta del recupero migliorativo dando nuova vita in questo caso agli indumenti. La designer l’ha resa sua come personale filosofia battezzandola “ecofuturismo”. L’esaltazione del culto della macchina dei futuristi è sostituito dalla venerazione per la terra. Tutto questo rende la moda adeguata al momento che stiamo vivendo.

Perché i giovani designer riescono a sviluppare certi concetti? Forse perché hanno meno da perdere, o forse perché si sentono meno fedeli nel sistema della moda come è stato costruito sin qui. Pertanto il lavoro più interessante di questa stagione è stato realizzato da una nuova generazione di designer.


Miu Miu presenta la nuova collezione: “Upcycled”


La nuova generazione di designer

Oltre a Marine Serre si aggiungono alla nuova generazione Gabriela Hearst alias Thebe Magugu, Vaquera Gang, Patric DiCaprio e Bryn Taubensee, Claire Sullivan ed Eckhaus Latta. Hanno tutti in comune uno scopo, ovvero quello di limitare il potente impatto negativo sull’ecosistema proveniente dalle produzioni di abbigliamento e calzature.

Il loro sogno, la loro visuale di un mondo in cui le persone possano indossare gli abiti non solamente per una funzione specifica, sarà sempre presente e non potrà svanire. Gli abiti potranno essere presentati sotto forma di videogioco (gamification) o attraverso viaggi nella fantasia (escapism), per loro ha poca importanza.

Anche Miuccia Prada ha seguito questa filosofia. Ha inserito la presentazione della sua seconda collezione Miu Miu in un contesto incontaminato tra vette innevate e piste immacolate sulle Dolomiti svuotate dal durissimo lockdown attuale. Anche Thom Browne nella sua sognante presentazione newyorkese ha ricreato qualcosa del genere. La magnificenza della natura, spazio, luce e benessere fisico: è questo che tutti desideriamo fortemente. Questo è il sogno che ognuno spera di realizzare il più presto possibile. E il tuo sogno qual è?

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