sabato, Aprile 20, 2024

Ddl: democraticamente deprimentemente litigioso è questo il significato?

Forse potremmo definire un Ddl della Repubblica italiana proprio in questa maniera: democraticamente deprimentemente litigioso. Il punto su cui dibattere non è mai il contenuto, ma il modus operandi con cui gli schieramenti si muovono sulla scacchiera.

Ddl: una scacchiera con più cavalli?

Il nodo su cui un Ddl viene dibattuto, contrastato e modificato, non è di per sé una novità. Ovviamente ogni schieramento politico, soprattutto in un regime di governo delle larghe intese, muove i suoi pezzi sulla scacchiera politica, per accaparrarsi quello che non sarà più il Ddl di chi lo ha concepito, bensì di chi lo ha modificato attraverso la propria logica partitica. Ma cosa mi viene a significare? Sarebbe illogico che uno schieramento lasciasse parlare tutti anche fuori dal suo coro. Se prendiamo a pretesto il Zan, notiamo che la manovra: “abbatti tutto e modifica tutto”, non viene solo dall’interno ma anche dall’esterno dei partiti, cioè in quelle aree non pertinenti, per povertà intellettuale, che ruotano intorno alla vita spoliticizzata di questo paese. Quando un politico interviene dicendo: “Vogliono vendere più smalto agli uomini”, quello che ci dovremmo chiedere è: ma quanta bravura hanno i vertici politici e i loro strateghi, a permettere nel 2021 ad un essere simile, di proclamare così tanto razzismo?

Il gioco delle parti

La dichiarazione sopracitata non può passare come elemento democratico e quindi di libera espressione, in quanto è proprio tale dichiarazione a ledere i principi fondamentali di cui uno spirito democratico si nutre. La libertà individuale non può ledere quella collettiva. Il principiò di libera espressione non può essere usato per abbattere la dignità altrui. Quindi la strategia non può che essere: il gioco delle parti. I vertici e gli strateghi dei partiti muovono tutti i pezzi sulla scacchiera e si fanno tornar utili anche dichiarazioni inopportune. Il gioco delle parti diventa così, alimento principe per una danza, non improvvisata, per consentire, a chi ha il compito assegnato, di modificare o riuscire ad imprimere un sigillo, su quello che poi potrebbe essere venduto come: la nosta legge. Quindi ci si muove per schemi? Ci si muove per improvvisazione? nulla di tutto questo. Ciò che viene detto dal basso rimane in basso, ciò che conta è la strategia dei vertici. “Il politico diventa uomo di stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece che alle prossime elezioni“. Sir Winston Churchill.


Il DDL Zan tutela le vittime di odio


Quale parte mi sfugge del Ddl Zan?

Quale parte mi sfugge nel Zan? Per quanto mi riguarda nessuna. Una legge atta a modificare 1500 anni di cultura è ovvio che si muova sulla scacchiera del: è tutta roba mia. Il punto è nel quesito che Churchill pone tra le righe della sua dichiarazione e non nella dichiarazione stessa: quale di questo politico sta effettivamente pensando alle generazioni future? Nessuno. La realtà, sempre più invigliacchita dalla povertà di animo è nel fatto che, questi individui sanno benissimo che le prossime campagne elettorali si muoveranno sul campo lgbtq+. Quindi la strategia non è volta alla realizzazione delle prossime generazioni, ma al senso di possesso su di esse che tale legge applicherà sul loro futuro, cioè: per gentile concessione della Repubblica italiana, ora puoi esprimere la tua sessualità nei termini concessi dalla legge, che furbamente ti viene incontro con altrettanti paletti e dubbi. Deliberate gente deliberate.

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