Daniele Batocchioni: Mirabilia, libertà di visioni e idee

Bato realizza opere che si ispirano a leggende e racconti d'avventura, riprendendo storie dei secoli bui

0
508
Daniele Batocchioni
VBC, Bato, "Sciapode", tecnica mista su tela, cm 100x80, 2022

Mirabilia è un viaggio nell’immaginario medioevale, costellato da figure mitologiche, popolazioni leggendarie e animali fantastici. Daniele Batocchioni, Bato, ci conduce con le sue opere, in un mondo ispirato a diverse fonti letterarie dalla Genesi della Bibbia alle avventure di Alessandro Magno. Raffigura anche la misteriosa Lettera del prete Gianni un’epistola del 12° secolo dove sono descritti i regni immaginari di un Oriente abitato da creature misteriose, popolazioni cannibali.


Scultore Alessio Deli e la ripresa dell’arte rinascimentale


Chi è Daniele Batocchioni?

Bato nasce nel 1977 a Roma, dove vive e lavora. Conseguita la laurea in Lettere e Filosofia decide di seguire la sua vocazione di sempre, dedicandosi completamente alla pittura. Tra le ultime mostre c’è Giungla, ospitata nel 2019-2020 dal Museo Tonino Guerra di Santarcangelo di Romagna, dove Bato ha tracciato il suo personale bestiario. Un immaginario surreale che trae ispirazione dalla lettura di numerose fonti scientifiche. Si ispira anche alle opere di alcuni scrittori d’avventura, tra cui Rudyard Kipling, Emilio Salgari e Herman Melville.

Lo stile di Bato

Lo stile di Bato si caratterizza per la sua capacità di non rinunciare alla forma ma trasformarla in segno rapido, incisivo e elegante, steso su vaste campiture bianche. Animali, paesaggi, avvenimenti e ricordi di viaggio sono le fonti d’ispirazione a cui attinge per creare le sue composizioni. Nonostante il senso di apparente immediatezza che le tele comunicano, il processo creativo si concretizza in elaborati studi, schizzi e bozze. Giunge quindi a creare una composizione equilibrata e armonica nella sua essenzialità, quasi un’improvvisazione calcolata che non lascia spazio a ripensamenti.

Mirabilia

Un mondo idilliaco e, allo stesso tempo, lontano e temibile è dunque il luogo in cui si muovono le sculture e i dipinti della mostra Mirabilia. Un terreno in cui sperimentare forme e colori diversi, dove poter esprimere liberamente visioni e idee, eludendo il freno della razionalità. Le opere su tela vanno nella direzione della semplificazione e dello svuotamento della forma, fino a ridurla al suo contorno. Invece le sculture ne rappresentano la controparte volumetrica con evidenti richiami tra i due. Dalle sculture esposte sono nate le maschere utilizzate per la recente performance Mask, ideata da Bato, il regista teatrale Emiliano Pellisari e la ballerina Mariana P e messa in scena presso lo studio NoGravity di Roma. Il percorso è allestito alla galleria Von Buren Contemporary, in Via Giulia 13 all’Urbe e visitabile fino al 25 maggio. 

Immagine da cartella stampa.