sabato, Luglio 27, 2024

Coronello il virus birbantello: una lezione per tutti

Dopo mesi e mesi d’attesa, finalmente, la maggior parte dei bambini italiani è tornata sui banchi di scuola. Naturalmente, si tratta di una riapertura tutt’altro che ordinaria. Gli studenti degli anni venti di questo millennio, devono adesso barcamenarsi tra mascherine chirurgiche, gel igienizzanti e distanziamento sociale. Tutto ciò, al fine di proteggere loro e le famiglie dalla contrazione del Covid-19. Sebbene i giovani alunni abbiano ormai ben compreso la situazione corrente, gli insegnanti vogliono comunque venir loro incontro.
In particolare, nella città di Como, in Lombardia, è nata una storia che ha proprio questa finalità. Si tratta della favola di “Coronello il virus birbantello“.

Il testo di “Coronello il virus birbantello”

C’era una volta, in un paese lontano, un piccolo virus: Coronello. Era famoso per il suo caratterino: ribelle, dispettoso, disubbidiente. Lo chiamavano, scherzosamente, “Coronello il virus birbantello”!

Ma il sogno più grande di Coronello era di girare il mondo. Passava giornate intere a sognare paesi lontani: “La Grande Muraglia la conosco, è nel mio paese! Vorrei vedere i mari caldi del sud del mondo, le montagne altissime in tutti i continenti! E poi monumenti famosi come la Tour Eiffel, il Colosseo, il Big Ben, l’Empire State Building!”

La sua corona da principe dei virus e il suo rango reale gli permettevano di poter andare ovunque volesse, ma non aveva ancora capito in che modo sarebbe riuscito ad andare molto lontano.

Per un periodo studiò i comportamenti delle persone e capì che per andare lontano doveva utilizzare il canale della “gentilezza”: “Se voglio passare da una persona all’altra in modo silenzioso e sicuro, mi devo intrufolare nei loro abbracci, nelle strette di mano. Nei baci che accompagnano i saluti affettuosi, Sì! Farò così! Approfitterò della “gentilezza” per andare da una persona all’altra e girare il mondo”.

Inconsapevole dei danni che avrebbe causato, Coronello partì dalla Cina e arrivò fino al Lago di Como. Nella lunga strada percorsa, però, fece danni, procurò malanni, paure, al punto da far abbandonare agli esseri umani le loro “abitudini gentili”.

Ma una classe di piccoli bambini di seconda elementare della città di Como capì che lavandosi le mani in modo accurato, starnutendo e tossendo nella piega del gomito, mantenendo accesa la loro vivacità e continuando, con queste piccole accortezze, a stare insieme e a praticare i gesti gentili a cui erano abituati, avrebbero fermato il viaggio di Coronello che, da semplice curiosità di vedere il mondo, era diventato un flagello per le popolazioni.

E allora ecco che…

I nostri piccoli eroi mandavano in giro per Como “biglietti gentili”, frasi di conforto a chi era ammalato, a chi non usciva di casa per paura di contagiarsi. Pian piano le persone di Como, poi della Lombardia, poi dell’Italia, poi dell’Europa e infine del mondo intero cominciarono a dedicare gesti gentili agli altri, facendo diventare “virale” la gentilezza.

Coronello a quel punto dovette fermarsi, tolse la corona da principe dei virus e scrisse una lettera di saluto ai bambini della seconda elementare che, con atti prudenti e fermamente “gentili” lo avevano sconfitto.

“Cari bambini, guerrieri della gentilezza, mi arrendo a vado via. Grazie a voi ho capito che per inseguire i propri sogni non bisogna fare del male agli altri, ma praticare gentilezza.”

Il mondo fu salvo e i bambini della classe seconda di Como furono ufficialmente proclamati “guerrieri della gentilezza”.

Il messaggio di Coronello

L’idea, nasce dalla penna di Ilaria Flauto, insegnate della Scuola Primaria Sauro di Como. La maestra, ha cominciato la stesura della storia ancor prima dell’inizio del lockdown. Si era infatti accorta, date le circostanze già gravi, della situazione d’emergenza, e di conseguenza di quanto quest’ultima avesse potuto impattare sulla vita dei bambini.

In effetti, il Covid-19, ha cambiato il mondo intero. Ha costretto grandi e piccoli a fare i conti con misure restrittive necessarie, paure ed emozioni nuovi. I bambini hanno senz’altro risentito della situazione. Tuttavia, ognuno di loro ha ovviamente riscontrato reazioni differenti.

Durante questi mesi, ci siamo tutti trasformando in guerrieri, chi più e chi meno. L’intento comune è quello di sconfiggere il nuovo coronavirus, affinché si possa tornare a condurre una vita più libera e spensierata. Ed è proprio questo il messaggio che la maestra Ilaria ha deciso di trasmettere ai più piccoli. E per farlo, ha scelto come mezzo la gentilezza.

coronello il virus birbantello

E ciò, non è affatto scontato. Troppo spesso infatti, anche non volendo, si fa passare il l’esempio di combattere la violenza con altra violenza. Al contrario, ideatrice di “Coronello il virus birbantello”, ha voluto opporsi a questo ideale.

L’importanza dei gesti gentili

Fin dall’inizio della storia, possiamo ammirare il virus osservare i comportamenti della gente, per scoprire come fare ad esplorare il mondo. La sua conclusione, è che ciò può avvenire attraverso i gesti gentili delle persone, poiché sono questi che fanno andare avanti l’intero pianeta.


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Il protagonista, si ritrova involontariamente a essere un problema per gli esseri umani. Anche questo, è un fatto piuttosto rilevante. In primis, perché il virus è di certo inanimato, quindi inconsapevole del male che può provocare. Soprattutto, l’importanza di questa scelta risiede nell’annullare la continua ricerca di un colpevole.

Coronello il virus birbantello ragazza

Sono infatti mesi che si cerca senza sosta un capro espiatorio. Qualcuno a cui dare la colpa, contro cui puntare il dito per pulirsi la coscienza. La popolazione cinese è stata la prima vittima in questo senso.

Ad oggi, c’è ancora chi inneggia al razzismo nascondendosi dietro alla scusa del virus. Così facendo, non si fa che alimentare rabbia e discriminazione. I bambini, devono invece comprendere che tutti siamo vittime del Covid-19, e tutti possiamo combatterlo ad armi pari. La chiave risiede nella protezione e nella compassione. Solo facendo fronte comune, senza darsi contro l’uno con l’altro, si può vincere questa battaglia.

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