sabato, Aprile 20, 2024

Carcinoma mammario: tra fragilità e femminilità

Con lo scorrere del tempo, le persone acuiscono la comprensione de circostante. O meglio: la vita, di per sé, preserva il suo mistero. Paradossalmente, però, ciò che diventa più chiaro è la sua mancanza di linearità. Talvolta, le sfide che l’esistenza ci pone di fronte sono talmente grandi da farci sentire disarmatə. Affrontare una neoplasia maligna, ad esempio, costituisce una battaglia che mette in campo paure, emozioni e reazioni uniche. Un nuovo anno è iniziato. Con esso, cerchiamo di maturare nuove consapevolezze. Oggi parliamo del carcinoma mammario. E, in particolare, del carico che questa patologia porta con sé.

Carcinoma mammario: che cosa comporta a livello psicologico?

Immaginatevi di star percorrendo la strada verso casa. Quella che conoscete da tutta la vita. Quella che avete sempre reputato sicura. Inspiegabilmente, cominciate a notare particolari mai emersi prima. Il tragitto s’interseca con mille vicoli spuntati fuori all’improvviso. E voi, inevitabilmente, vi perdete in quel labirinto. Sentirsi piombare addosso la diagnosi di un tumore maligno fa esattamente quest’effetto. Si osservano passivamente molte certezze crollare. Il futuro appare come separato da un velo. Riusciamo a intravederlo solo nel bel mezzo di una vasta opacità. Non bastano le rassicurazioni altrui per scorgere il sole. Nonostante queste, in molti casi, siano apprezzate e fondamentali. Il carcinoma mammario mette a repentaglio le vite delle sue vittime. Annientandone corpo e mente. Inoltre, per via del sito anatomico che colpisce, determina una serie fragilità di carattere femminile.


Valutazione personalizzata del rischio di tumore al seno e ovaio


La paura di non sentirsi donne

La femminilità è un concetto complesso. Non è così facile da descrivere, poiché si tratta di un sentire particolarmente personale. Tuttavia, potremmo definirla come quell’insieme di caratteristiche che fa sentire donna una determinata persona. A prescindere dal proprio genere biologico. C’è da fare, però, un’ulteriore distinzione. Il modo in cui si percepisce la propria femminilità non sempre coincide con la maniera in cui quest’ultima viene avvertita dall’esterno. Non di rado, infatti, un individuo che si sente femminile non viene considerato tale anche dagli occhi altrui. Questo accade perché l’apparire donna viene relegato a una sorta di manuale nel quale sono raccolti minuziosamente tutte le peculiarità che, nell’immaginario comune, sono sinonimo di femminilità. Fra queste non possono mancare le caratteristiche fisiche tipiche del corpo femminile. Una delle zone anatomiche considerate come l’emblema dell’essere e del sentirsi donne è proprio il seno.

Ecco perché l’insorgenza del carcinoma mammario può minare il proprio percepirsi donne e\o l’essere consideratə tali. Il fatto che un male come il cancro decida di protrarsi proprio in un sito così delicato fa ingigantire debolezze e fragilità. Il petto è storicamente considerato il simbolo della seduzione femminile. Nonché della vita, del nutrimento, data la funzionalità dell’allattamento propria della maternità. Non per niente, sono molte le donne che vedono nel seno una o più di queste sfumature. E nel momento in cui si viene minatə in questa parte del corpo, vengono minacciate anche le nostre sicurezze legate a essa. Può accadere di sentirsi meno attraenti. Colpitə nella propria identità di genere. Per non parlare di quei casi in cui il carcinoma della mammella comporta la necessità di una mastectomia, ossia l’asportazione chirurgica della stessa mammella colpita dal tumore.

Il carcinoma mammario divide mente e corpo

La società odierna è tutt’ora costellata da stereotipi di genere. La battaglia per la rimozione degli stessi, almeno in Italia, anno dopo anno prende posizioni sempre più nette. Eppure, non è per nulla semplice smantellarli del tutto. Inoltre, dobbiamo aggiungere un altro tassello. Per quanto il il percepirsi donna non preveda alcun tipo d’istruzioni preconfezionate, è pur vero che le sfumature del proprio sentire sono del tutto personali. Dunque, possono coincidere con caratteristiche diverse. Effettivamente, esistono persone che rivedono la propria femminilità anche nelle caratteristiche fisiche. Una delle quali può essere, appunto, il seno. Un punto di vista che può risiedere in uno stereotipo di genere interiorizzato, come in una semplice caratteristica della personalità. Ad ogni modo, si tratta di una posizione di tutto rispetto. Esattamente come quella quegli individui che, non rivendicando il proprio sentirsi donne in questo sito anatomico, decidono d’andare incontro a un intervento di mastectomia senza una successiva ricostruzione della mammella.

L’avventura di respirare

Non esiste una singola persona che abbia deciso autonomamente d’intraprendere questo percorso chiamato vita. Siamo tuttə attrici e attori di uno spettacolo privo di copione. Tutto è imprevedibile. L’esistenza, di per sé, non comprende alcun tipo d’aggettivo universale. Talvolta può apparire come un viaggio meraviglioso. Per poi trasformarsi, l’attimo successivo, in un inferno. Affrontare una neoplasia come il carcinoma della mammella, di certo richiede molta fatica. Quando si parla di patologie importanti come il cancro, si utilizza di frequente il verbo combattere, per indicare l’affrontare la malattia. La realtà, però, è che per quanto ci possiamo sentire guerrierə, vivere nella patologia significa andare incontro alla prepotenza della vita. E noi, nella nostra piccolezza, non possiamo far altro che cercare di restare in equilibrio. La battaglia contro il cancro, come quella contro molte patologie, può avere esito positivo o negativo. Tuttavia, il protrarsi del nostro respiro malgrado le difficoltà, non può che definirsi un successo. In ogni caso.

Il carcinoma mammario è solo una delle tante neoplasie che ogni anno colpiscono migliaia d’individui. Determinando in quest’ultimi mutamenti di carattere fisico e psichico. Far fronte a una patologia, sovente, crea una sorta di vuoto nella mente della persona malata. Ci si sente spesso solə, isolatə. Si osservano le macerie del proprio corpo e della propria personalità psicologica e caratteriale. Non è “vedendo il bicchiere mezzo pieno” che si trova una soluzione al problema. Al contrario, guardare in faccia la realtà aiuta l’individuo a rendersi conto del circostante. A scorgere la bellezza anche nel dolore. La forza nella debolezza. Ed è così, guardando quel raggio di sole apparentemente flebile, che inizia a spuntare il sole.



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