domenica, Maggio 5, 2024

Australia: Cisgiordania è “territori palestinesi occupati”

Il governo dell’Australia ha annunciato che considera gli insediamenti israeliani in Cisgiordania una violazione del diritto internazionale e per questo si riferirà alla Cisgiordania come “territori palestinesi occupati”.

Australia afferma che la Cisgiordania è “territori palestinesi occupati”

Il governo australiano ha annunciato che considera gli insediamenti israeliani in Cisgiordania una violazione del diritto internazionale e tornerà ad usare il termine “territori palestinesi occupati”. “Il governo australiano sta rafforzando la sua opposizione agli insediamenti affermando che sono illegali secondo il diritto internazionale e rappresentano un ostacolo significativo alla pace”, ha affermato il ministro degli Esteri australiano Penny Wong. “Adottando il termine, stiamo chiarendo che la Cisgiordania, comprese Gerusalemme Est e Gaza, sono state occupate da Israele dopo la guerra del 1967 e che l’occupazione continua”, ha aggiunto. Tuttavia, Wong ha sottolineato che l’Australia rimarrà un “amico impegnato di Israele”.

Wong ha poi affermato che “il cambiamento riflette la consulenza legale e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e farà sì che l’Australia utilizzi la stessa lingua del Regno Unito, della Nuova Zelanda e dell’Europa”. Wong appartiene al partito laburista, che a giugno ha approvato una risoluzione che chiedeva all’Australia di “riconoscere la Palestina come stato”. Il partito terrà un’altra importante conferenza la prossima settimana.

Critiche alla decisione del governo

Il deputato liberale Julian Lesser, che è ebreo, ha affermato che “questa decisione non aiuterà non aiuterà una soluzione a due stati, incoraggerà e compiacerà solo le organizzazione terroristiche, come la Jihad islamica palestinese”.  

La Federazione sionista dell’Australia e il Consiglio esecutivo degli ebrei australiani si sono detti “profondamente preoccupati” per la decisione. I rispettivi presidenti delle organizzazioni Jeremy Leibler e Jillian Segal hanno definito il cambiamento “impreciso, astorico e controproducente”.“Descrivere Gerusalemme Est, la Cisgiordania e Gaza come ‘territori palestinesi occupati’ nega di fatto qualsiasi pretesa ebraica sulla Cisgiordania e su Gerusalemme. I luoghi sacri ebraici più importanti del Monte del Tempio e del Muro Occidentale si trovano a Gerusalemme Est, e da migliaia di anni c’è una presenza ebraica ininterrotta in Cisgiordania”, hanno affermato. “Israele e palestinesi hanno concordato di negoziare la spartizione della Cisgiordania tra di loro. Descrivere i territori come ‘palestinesi’ non solo anticipa l’esito dei negoziati ma è controproducente”, hanno aggiunto.

Segal e Leibler hanno anche sostenuto che “l’annuncio sarà utilizzato dagli intransigenti israeliani e palestinesi per rafforzare il sostegno all’interno dei rispettivi collegi elettorali e rendere un accordo di pace ancora più irraggiungibile”.

Il CEO dell’International Legal Forum, Arsen Ostrovsky, ha definito la decisione “altamente viziata e unilaterale”, oltre che “contraria ai principi stabiliti del diritto internazionale”. “Nonostante i proclami politici altamente faziosi in alcune arene internazionali, come le Nazioni Unite, lo status di Giudea e Samaria, che costituiscono una parte centrale e indiscutibile della storia ebraica, sono soggetti a negoziati sullo status finale e per i quali Israele ha un legittimo diritto legale”, ha detto Ostrovsky. “Per la cronaca, Canberra è stata nominata capitale dell’Australia solo nel 1913, quando la città ha dovuto essere costruita da zero, mentre Gerusalemme è stata la capitale del popolo ebraico per oltre 3000 anni”, ha aggiunto.


Leggi anche: Israele: maggiori insediamenti nella Cisgiordania occupata

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