mercoledì, Maggio 8, 2024

30 anni fa l’OMS rimosse l’omosessualità da elenco malattie mentali

Sono passati 30 anni da una data storica. Era il 17 maggio 1990 quando l’OMS rimuoveva l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD); la definì per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano”.

Oggi questa data viene ricordata celebrando il 17 maggio la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia (International Day Against Homophobia, Transphobia and Biphobia).

Oggi è la Giornata Internazionale contro Omofobia, Transfobia e Bifobia

La cancellazione dell’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali: un cammino lungo e tortuoso

Per giungere alla depatologizzazione dell’omosessualità il cammino è stato molto lungo e tortuoso.

L’omosessualità era annoverata tra le deviazioni sessuali

Le contestazioni iniziarono con la pubblicazione nel 1968 del secondo DSM (Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders) in cui l’omosessualità era annoverata tra le deviazioni sessuali.

Nel maggio 1970 le associazioni gay pretesero a gran voce durante il congresso dell’APA (American Psychiatric Association) a San Francisco la cancellazione dell’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.

Mentre la comunità gay iniziava a chiedere diritti civili, il mondo scientifico iniziava a rivedere le proprie teorie riguardanti l’omosessualità.

Nel 1972 durante un congresso dell’APA a Dallas un professore di psichiatria della Temple University di Philadelphia, confessò all’aula la sua omosessualità; per timore di ripercussioni professionali preservò l’anonimato mascherandosi il volto.

Robert Spitzer cercò di mediare tra i due fronti e promosse molti incontri tra psichiatri e rappresentanti delle associazioni omosessuali. La sua proposta era quella non ritenere più l’omosessualità una malattia mentale, ma un’irregolarità della condotta sessuale, lasciandola comunque nell’elenco delle deviazioni sessuali.

Il referedum stabilisce l’eliminazione dell’omosessualità dal DSM

Nel 1973 ci fu il primo tentativo di depatologizzazione, stabilito all’unanimità dal Board of Trustees dell’APA. Gli oppositori chiesero che la decisione si estendesse a tutti i membri dell’APA e indissero un referendum.

L’American Psychiatric Association

Questo il risultato della votazione allargata: all’unanimità si stabilì che l’omosessualità dovesse essere eliminata dal DSM. Al suo posto la diagnosi di “perturbazione dell’orientamento sessuale”.

Nel 1974 l’omosessualità venne dunque cancellata dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) pubblicato dall’American Psychiatric Association.

Il compromesso raggiunto non placò le agitazioni delle organizzazioni che continuarono a lottare ancora.

Oscar Wilde subisce l’accusa di omosessualità

17 maggio 1990

il 17 maggio 1990 il traguardo si raggiunse grazie alla decisione di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’OMS.

Grazie a quell’atto dell’OMS è stato possibile attivare strumenti per il riconoscimento dei diritti civili e politici. Nel giugno 2018 è stata depatologizzata la transessualità.

Oggi è la Giornata mondiale per il dialogo tra religioni e omosessualità

Marmor

Judd Marmor, psichiatra americano impegnato nella depatologizzazione dell’omosessualità, spiegò:

La sua derubricazione come malattia mentale, voluta dall’American Psychiatric Association nel 1973, è il risultato di una lunga battaglia che ha avuto un forte impatto sulla vita di milioni di uomini e donne omosessuali, non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Questo evento è stato un importante cambiamento nel mondo della psichiatria e ha avuto una forte risonanza sociologica e psicologica. Io ho avuto il privilegio di svolgere un ruolo significativo in questa battaglia.

DSM: le modifiche che l’omosessualità ha subito negli anni

Marmor ricordò anche le diverse modifiche che l’omosessualità, classificata come disturbo mentale, ha subito nella varie edizioni del DSM( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) dal 1973 al 17 maggio 1990.

Nella prima versione del 1952 risultava ancora una condizione psicopatologica tra i “Disturbi sociopatici di Personalità”. Nel 1968 era considerata una deviazione sessuale, come la pedofilia, catalogata tra i “Disturbi Mentali non Psicotici”. Nel 1974 sui testi scientifici si parlava di ”omosessualità egodistonica”; cioè quella condizione in cui una persona omosessuale non accetta il proprio orientamento sessuale e non lo vive con serenità. Una teoria che sarà superata nel 1987 per arrivare poi appunto al 17 maggio 1990, quando anche l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) decise di cancellare l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.

Una decisione che affonda le sue radici in anni di ricerche scientifiche volte a dimostrare i difetti e gli errori metodologici degli studi prima condotti.

Tra questi: l’infondatezza del campione studiato (alcune teorie che descrivevano l’omosessualità come malattia mentale si basavano su un campione molto ridotto; inferiore anche a 10 persone, che non produceva risultati statisticamente significativi); l’assenza di un gruppo di controllo (non si verificava che le condizioni riscontrate fossero presenti anche in un gruppo ci controllo di eterosessuali).

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisement -spot_img

Latest Articles