Vittime della tortura. Il 26 Giugno è la giornata internazionale in cui si dice di no a questo male

Vittime della tortura. Il 26 Giugno è la giornata internazionale in cui si condannano i casi di violenza e in cui si mette in luce il diritto inalienabile di vivere liberi dalla paura dei soprusi

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Vittime della tortura

Il 26 Giugno è la giornata internazionale per le vittime della tortura.

Ogni giorno bisogna rivolgere un piccolo pensiero alle ingiustizie che attanagliano il mondo e bisognerebbe agire per rendere la terra un posto migliore. Il 26 Giugno è la giornata in cui si dice no, in modo ancor più convinto, alla tortura, alle sevizie, ai maltrattamenti fisici e morali.

La Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti è stata adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1984 ed è entrata in vigore il 26 Giugno 1987. Nel Gennaio 1989 è stata ratificata dall’Italia e dal 26 Giugno 1997 è stata istituita dalle Nazioni Unite la Giornata Internazionale a sostegno delle vittime della tortura. L’associazione filantropica Amnesty International ha denunciato casi, isolati o regolari, di tortura e efferatezze in 141 paesi. Dati allarmanti derivano da diverse parti del mondo e mettono in luce una crudele realtà: migliaia sono le persone che subiscono torture e soprusi meschinamente. Molti governi del mondo utilizzano metodi rudimentali o sofisticati di tortura per estorcere informazioni, ottenere confessioni, mettere a tacere il dissenso o semplicemente come forma di punizione.

Amnesty negli ultimi anni ha denunciato casi di tortura in Siria, Filippine, Messico ed Egitto. Riportiamo due casi di Amnesty risalenti al 2014; è bene sottolinearli proprio per prendere atto delle brutali e scioccanti violenze che si consumano, ancora oggi, nel mondo. Il primo caso è stato in un carcere del Messico dove Yecenia Armenta, madre di due figli, ha trascorso quasi tre anni per aver “confessato” di aver ucciso il marito. Quella confessione c’è stata dopo 15 ore di tortura e di violenza sessuale. L’altro caso è la storia di Muhammad Bekzhanov, giornalista dell’Uzbekistan. Questi, in carcere dal 1999, dopo essere stato giudicato colpevole di aver preso parte ad alcuni attentati. La condanna si è basata su una “confessione” estorta attraverso pestaggi, soffocamento e scariche elettriche.

Nel 1764 Cesare Beccaria pubblicò un opuscolo di grande risonanza europea: Dei delitti e delle pene. Un’opera che propugna l’abolizione della tortura e della pena di morte con argomenti lucidi e appassionati. Nel saggio si legge perfettamente quanto siano fuorvianti le pratiche di tortura rispetto alla verità e alla giustizia. Il lavoro dello scrittore illuminista è un lascito inestimabile e rilevante: la tortura è una orrenda pratica con la quale si condanna e si punisce l’individuo ancora prima di sentenziare, è priva di fondamento e tradisce il senso della giustizia. Dalla data di pubblicazione di quell’opera sono passati tanti anni eppure i soprusi, i maltrattamenti, le punizioni materiali sono ancora presenti in sistemi giuridici di diverse zone del mondo.

Il messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite in occasione della giornata mondiale a sostegno delle vittime della tortura: «nonostante l’esistenza di un esauriente quadro giuridico e istituzionale per la prevenzione della tortura, questa è ancora largamente tollerata o addirittura praticata dai governi e l’impunità dei responsabili continua a persistere. La Giornata internazionale a sostegno delle vittime della tortura è un’occasione per riaffermare il diritto di tutti, uomini e  donne, di viveri liberi dalla paura della tortura. Questa, così come qualsiasi forma di trattamento o punizione  crudele, degradante e inumana, non ha alcuna giustificazione in nessun luogo e in nessuna circostanza. Esorto tutti gli stati membri delle Nazioni Unite che non hanno ancora provveduto a ratificare e applicare la Convenzione ONU contro la tortura e le disposizioni del Protocollo Facoltativo. Inoltre faccio appello a tutti gli stati membri, affinchè supportino le visite del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla tortura in quei luoghi dove gli individui sono deprivati della propria libertà nel loro stesso paese e si impegnino a promuovere una maggior cooperazione per garantire il completo accesso. Questa giornata è anche un’opportunità per esprimere solidarietà alle vittime e alle loro famiglie e di riaffermare la necessità da parte dei governi di impegnarsi per la riabilitazione e il recupero di tutte le vittime di tali abusi. Il fondo volontario delle Nazioni Unite per le vittime della tortura permette di dare un sostegno alle organizzazioni che assistono le vittime e ai loro familiari. Ringrazio tutti i donatori del fondo e li invito a continuare a sostenere il suo fondamentale ruolo. In questa giornata internazionale a sostegno delle vittime della tortura, riaffermiamo i diritti inalienabili e la dignità di ciascun uomo e ciascuna donna. Facciamo in modo di progredire nella lotta contro la tortura e il trattamento crudele, degradante e inumano, ovunque si verifichino».