Violenza contro le donne: dati sempre più allarmanti

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La violenza contro le donne ha molteplici sfaccettature. Minacce e attacchi verbali, aggressioni fisiche ma anche stalking e stupro. Un abisso di buio e paura in cui nessuna donna dovrebbe mai finire. Il 25 novembre sarà la giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, dedicata alle vittime di maltrattamenti fisici e psicologici. Purtroppo i dati relativi alla violenza contro le donne sono allarmanti. Solo a Roma, a settembre, sono state registrate più del doppio delle chiamate ai centri antiviolenza rispetto al 2019.

Violenza contro le donne in aumento, perché?

I dati forniti dai centri antiviolenza di Roma Capitale sono seriamente allarmanti. Rispetto al mese di agosto, le chiamate sono aumentate del 9% e i nuovi percorsi di fuoriuscita dalla violenza avviati sono circa 69, +115% in relazione al mese di settembre 2019.

Dopo un calo registrato nelle prime settimane di lockdown adesso 1522, numero verde dei CAV (centri antiviolenza) squilla di continuo. Nel 2020 solo a Roma, rispetto al 2019, si è registrato in totale un aumento del 57% delle donne complessivamente in carico.

Proprio il divieto di lasciare l’abitazione stabilito dal Governo al fine di frenare l’ondata di contagi da Covid-19, ha provocato un calo delle denunce per maltrattamenti e violenza domestica. Le donne , prigioniere con i loro carnefici, spesso non sono state in grado di chiedere aiuto in quanto costantemente sorvegliate e minacciate dagli aggressori tra le mura di casa.

Per quanto assurdo possa sembrare, troppo spesso gli abusi si consumano in casa e gli aguzzini sono proprio coloro che dovrebbero essere più vicini alle donne. Padri, parenti, compagni o mariti che si fregiano di un titolo che infangano compiendo atti terribili.

Le donne non sono mai del tutto al sicuro. Sul posto di lavoro oppure passeggiando in centro, esse possono essere vittime di molestie. Intollerabile nel 2020 non poter essere libere di andare in giro la sera senza doversi costantemente guardare attorno, cercando di anticipare eventuali pericoli.

Roma: impennata di chiamate ai CAV nel mese di settembre

La Sindaca di Roma Virginia Raggi ha commentato la crescita esponenziale di richieste di aiuto arrivate ai centri antiviolenza della Capitale. “Il numero delle nuove donne seguite è particolarmente significativo, in quanto mostra quante hanno deciso di intraprendere un percorso di fuoriuscita dalla violenza durante e dopo il lockdown

La giunta Raggi ha attivato un nuovo canale WhatsApp per aiutare le donne che avevano difficoltà a telefonare. “Dobbiamo continuare a parlare del tema della violenza di genere e promuovere i Centri Antiviolenza, raggiungibili H24 e collegati al numero nazionale 1522″. Continua la sindaca pentastellata.

La delegata della Sindaca alle Politiche di Genere Lorenza Fruci afferma che la promozione dei CAV e il supporto costante alle donne abusate o molestate sono due punti fermi del programma della Raggi, la quale, come donna, sente la responsabilità di tutelare un genere troppo spesso oppresso.

“Con questo obiettivo lanceremo una campagna di comunicazione in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2020. Lo faremo in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità e con il supporto di Zètema Progetto Cultura srl” afferma Fruci. La delegata sostiene che gli impianti di affissione e i canali di comunicazione di Roma Capitale selezioneranno un’immagine tra quelle realizzate dagli artisti della città per renderla simbolo della lotta alla violenza di genere.

Casi di violenza contro le donne

Secondo il  rapporto “Questo non è amore” redatto dalla Polizia di Stato nel 2019, almeno la metà della violenze denunciate in Italia è avvenuta in luoghi all’aperto come parcheggi, parchi o lungo una strada o in auto. Il 35% degli episodi, invece, in un luogo chiuso, che può essere sia l’ambiente lavorativo sia quello domestico. 

Esistono vari modi per ledere in modo violento il corpo o la psiche di una persona, tutti egualmente condannabili e ingiustificabili. Dalla più intima e devastante violenza sessuale alle aggressioni verbali, ogni episodio è grave e NON deve mai essere minimizzato. Le situazioni possono essere complesse ma per potersi salvare e ricevere il giusto aiuto è necessario denunciare. SEMPRE.

Violenza sessuale

Fra le diverse tipologie di violenza sessuale si distinguono:

  • Stupro: consiste in un rapporto sessuale a cui la vittima non presta consenso e, per questo, viene forzata e  obbligata. Si definisce stupro anche l’atto sessuale perpetrato su una donna incapace di intendere, non completamente cosciente, incosciente o addormentata. In nessun caso la vittima ha prestato un chiaro, effettivo e consapevole consenso al rapporto o può essere ritenuta responsabile di quanto subito.
  • Abuso: l’abuso sessuale rappresenta ogni contatto sessuale che non avviene col consenso della vittima. Questa sfera di violenze comprende rapporti sessuali di ogni tipologia, palpeggiamenti, rifiuto nell’utilizzo di metodi contraccettivi, contagio deliberato di malattie infettive.

Le molestie sul lavoro

Più di un milione di donne sono state oggetto di molestie sul posto di lavoro. In base alle informazioni raccolte è possibile affermare che un numero altissimo di donne dai 18 ai 35 anni di età sono state oggetto di ricatti sessuali al fine di ottenere un posto di lavoro, per un avanzamento carrieristico o per mantenere la propria mansione.

Non è solamente il preoccupante il fenomeno in sé, bensì la frequenza con cui esso si ripete. Molte donne sono vittime di ricatti quotidiani, martellanti. Le stesse vittime sono solite licenziarsi o scendere a compromessi con il proprio vessatore pur di mettere fine alle intimidazioni. A volte purtroppo non basta. Le persecuzioni possono continuare con minacce di vario genere, tra cui la pubblicazione di foto o video della persona oppressa in atteggiamenti compromettenti.

Le molestie per strada

Lo stupro può verificarsi anche fuori dal contesto lavorativo o dalle mura domestiche, interessando in particolare i parchi o le zone più isolate delle città. Le donne possono venire palpeggiate su un mezzo pubblico, seguite o molestate verbalmente con complimenti non richiesti, picchiate e abusate in un parcheggio o nella propria auto all’uscita di un locale o dopo una giornata di lavoro. 

Molestie in famiglia

La violenza contro le donne è più frequente in luoghi conosciuti dalla vittima ed è una conseguenza di una sconcertante realtà. L’aggressore è in molti casi una persona di cui la donna si fida, che è parte della sua sfera di conoscenze.

“Questo non è amore”: un progetto della polizia di Stato

Un progetto concreto, funzionante e realmente di impatto. Ideato e promosso dalla Direzione centrale anticrimine del Dipartimento della pubblica sicurezza, “Questo non è amore” rappresenta una forma di aiuto pratico per le donne vittime di abusi. Esso ha l’obiettivo di superare gli stereotipi e i pregiudizi per diffondere una nuova cultura di genere e aiutare le vittime di violenza a vincere la paura, rompendo la fitta rete di isolamento e vergona.

Nel 2019 è partita l’ultima fase dell’iniziativa permanente alla quale hanno aderito tutte le questure che, con modalità diverse, nelle piazze e nei centri di aggregazione saranno a disposizione con materiale illustrativo e personale specializzato per dare informazioni e per raccogliere le testimonianze di chi, spesso, ha ancora esitazione a denunciare o a varcare la soglia di un ufficio di Polizia.

Il capo della Polizia Franco Gabrielli nella prefazione alla pubblicazione del testo “Questo non è amore 2019” scrive: “Sicuramente protezione e indagini che portino presto ad aver giustizia, ma non solo. Una donna che è vittima di violenza si sente sola, prova vergogna, ha paura di ritorsioni per sé stessa e per i propri figli, si crede colpevole, teme di non essere creduta, di essere giudicata. Il poliziotto a cui chiede aiuto deve saper rispondere a questo dolore, consapevole che il più delle volte l’aggressore è una persona a cui la donna è legata da vincoli affettivi”

Denunciate, non siete sole!

La donna è uscita dalla costola dell’uomo,
non dai piedi perché dovesse
essere pestata,
né dalla testa per essere superiore,
ma dal fianco per essere uguale…
un po’ più in basso del braccio
per essere protetta e dal lato del
cuore per essere Amata.

(William Shakespeare)

No. Non lo siete. Anche se pensate di esserlo.Abusi e violenze NON sono la normalità e NON è colpa della vittima, MAI. Fingere che non succeda non significa risolvere il problema. Confidarsi, per quanto difficile e doloroso è sempre la soluzione migliore. Non siete sole e non dovete esserlo. Sono crimini efferati, crudeli e mirati a distruggervi. Non permettete ai vostri carnefici di annientarvi, siete più forti di ciò che credete! Chiedete aiuto e denunciate i vostri aggressori, anche se fa male e se avete paura. Non è una vergogna essere vittime: la vergogna è abbassarsi a torturare un altro essere vivente.