giovedì, Aprile 25, 2024

Torino: rogo della Cavallerizza fermato un senza tetto

Si chiama Otmane Denga, il clochard di 38 anni di origine marocchina nato in Spagna, piromane che il 21 ottobre scorso a Torino ha causato l’incendio che ha distrutto le ex scuderie della Cavallerizza Reale, patrimonio Unesco.

Lo hanno arrestato gli agenti del commissariato centro di Genova, su provvedimento della procura di Torino, a seguito di indagini della polizia . Le telecamere del commissariato Centro di Torino, installate alla Cavallerizza per un’indagine su una presunta attività di spaccio nello stabile, lo hanno ripreso infatti mentre versava materiale infiammabile e tentava di appiccare il fuoco con un accendino nella zona del Tempietto.

Poi lo hanno immortalato mentre si dirigeva nella zona dei Granai e accendeva dei fuochi. Poi scappava dalla porta dei Granai, proprio nel momento in cui divampavano le fiamme del grande rogo.

Dormo qui da due mesi…Ho passato la notte ai Murazzi, non sono stato io“, ha detto agli agenti che lo hanno fermato. Ma i poliziotti lo hanno riconosciuto nelle immagini delle telecamere installate mesi prima. Il pm Paolo Scafi, titolare delle indagini, conferma che il clochard è accusato di strage. “Otto senza tetto hanno dichiarato che stavano dormendo lì quando venne appiccato l’incendio e che se la polizia non fosse intervenuta sarebbero morti bruciati” ha riferito il pm.

Sembra che dietro questo gesto ci sia una vendetta. Il capo del commissariato Centro di Torino, Gianmaria Sertorio: “Abbiamo osservato i curiosi, li abbiamo identificati, e sentiti, e c’erano anche loro, tutti coloro che bivaccano da mesi alla Cavallerizza e anche lui. ….. Le immagini poi hanno dato dei forti indizi non solo sulla presenza, ma sulla volontà di commettere il reato. Il tutto viene stigmatizzato da queste immagini: si capisce che questo soggetto, che era lì da molto tempo, quella sera lì non avendo trovato più riparo là dentro, si è rifatto col gesto di appiccare il fuoco“.

Potrebbe essere questa la causa del gesto ma si tratta al momento solo di ipotesi su cui la Procura sta continuando ad indagare.

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