venerdì, Aprile 26, 2024

Sulle tracce di Aldo Moro. La testimonianza di Alessandro Marini sulla strage di Via Fani

Nel raccontare la storia del sequestro e dell’uccisione del leader democristiano Aldo Moro e della strage di Via Mario Fani, dove furono barbaramente uccisi i cinque uomini della sua scorta, occorre necessariamente lasciare la parola ai testimoni di quel terribile 16 marzo 1978. L’agguato delle brigate rosse provocò la morte di cinque servitori dello Stato: Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Domenico Ricci. In quella drammatica mattina, su via Fani si trovava l’ing. Alessandro Marini. Dopo circa un’ora dalla sparatoria (furono trovati 91 bossoli a terra), Marini, negli uffici della Digos, alle ore 10.15, rilasciò la seguente testimonianza: “Questa mattina stavo percorrendo via Mario Fani a bordo del mio ciclomotore, in direzione della Trionfale, per recarmi a lavoro. Giunto all’incrocio di via Mario Fani con via Stresa – erano le 9 precise – mi sono fermato allo Stop e ho assistito a questa raccapricciante scena che si è svolta in pochi secondi: difronte a mè, al di lĂ  dell’incrocio, fermi sull’angolo di via Mario Fani ho visto quattro individui indossanti una divisa militare, bicolore, ed esattamente giacca bleu e pantaloni grigi, con berretto. Per terra, a fianco di costoro una grossa borsa nera. Dall’altro lato della strada, contemporaneamente, ho notato tre autovetture, una delle quali, al centro, una Fiat 132 bleu che si erano fermate evidentemente per immettersi in via Stresa, in direzione della Camilluccia. Uno dei quattro individui si è avvicinato a detta autovettura e fulmineamente ha spaccato il vetro della portiera anteriore sinistra, quella cioè del lato del guidatore. Non ho fatto caso all’oggetto usato per rompere il vetro. A questo punto è iniziata una furiosa sparatoria da parte dei quei quattro individui sopradetto, i quali si sono forniti di armi, fra cui almeno un mitra di piccole dimensioni, attingendola dalla grossa borsa nera. Nel contempo dalla terza macchina è disceso dalla parte posteriore destra un individuo giovane, con in mano una pistola. Credo che si accingeva a sparare o comunque ad agire ma improvvisamente è stato freddato dai colpi di mitra esplosi da altri due individui che sono sbucati fra due autovetture parcheggiata circa 10-15 metri oltre i quattro individui, dal lato opposto a quello dove si trovavano le tre autovetture”.

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