Nell’audizione della commissione sul “caso Moro” del 23 febbraio 1982 il generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiese raccontò una serie di episodi relativi alla vicenda del sequestro e uccisione del leader democristiano. Una importante precisazione venne fatta dal generale, considerate le numerose note di disinformazione pubblicate sulla stampa, in merito alla brillante operazione condotta dai suoi uomini a Milano. Nel merito Dalla Chiesa disse “Vorrei subito andare al nocciolo dell’operazione 1° ottobre 1978 in Milano. Direi che è stata l ’unica che ha consentito un pieno successo, in relazione al compito che tutti ci si era proposti. In quella occasione, per la prima volta, ed è rimasta unica nel giro di tre anni, sono stati trovati documenti riferentisi al sequestro dell’onorevole Moro. Per la prima volta sono stati presi dai miei reparti tre uomini che hanno partecipato alla strage di via Fani; per la prima volta sono stati presi tre uomini che facevano parte — su quattro — dell’esecutivo, quello che aveva determinato la strage di via Fani. È stato trovato, sempre dai miei reparti, il MAB che impugnava Moretti nella famosa circostanza. Tutto questo senza la «confessione Peci». Ed il fatto del 1° ottobre 1978 è nato ben diversamente da come lo si è voluto vendere! Capisco che ormai noi viviamo di fantasia; ma, insomma, i fatti sono questi. Tutto è nato da un lavoro svolto al «corpo» di Azzolini. Infatti, avendo lui smarrito un borsello a Firenze nel luglio del ’78 (avendolo lasciato su un tram), una vecchietta prese questo borsello e lo consegnò al conducente, il quale vi guardò dentro, vide una pistola e si affrettò a consegnarlo alla stazione dei Carabinieri di Castello di Firenze. Naturalmente si mise in moto la sezione anticrimine di Firenze, che mandò un certo brigadiere Negroni a Milano, presso i colleghi della sezione anticrimine, per cercare di stabilire, attraverso i documenti sequestrati, qualcosa che potesse ricondurre a questo signore. E dico a Milano, perché c’era anche una carta di circolazione intestata ad un motociclo di marca Garelli che risultava venduto a Milano, si era appreso cioè dalla concessionaria che quel numero di telaio era della ditta che vendeva questi motocicli a Milano”.
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Il generale Dalla Chiesa