Le forze aeree della Siria hanno comunicato che diversi missili di matrice israeliana sono stati intercettati. Le munizioni di Israele avevano come obiettivo diverse località come la periferia di Damasco e Homs. La notizia è stata diffusa come di consueto dall’agenzia di stampa SANA. Quest’ultima ha citato una fonte militare che ha confermato che i missili provenivano dalla direzione di Beirut Est. Israele dal canto suo non ha confermato nulla. Ma è abbastanza chiaro che il nuovo governo di Naftali Bennett sia stia attrezzando e concentrando in vista di altre operazioni mirate.
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L’Israe Defense Forces dalla caduta di Netanyahu ha leggermente cambiato la strategia seguita durante gli scontri ormai decennali contro le forze sciite presenti in Siria e Libano, in nome di una fantomatica lotta contro Assad. Tuttavia quest’ultima escalation potrebbe riaccendere la miccia mediorientale e la sua riacutizzazione potrebbe aggiungersi a quella appena nata in Afghanistan.
Da almeno inizio agosto che il spazio aereo tra Iraele e Siria è tornato a surriscaldarsi (di recente un drone israliano si è schiantato nel confine siriano, un segnale premonitore?). Episodi come questi possono scatenare un effetto domino di non facile controllo. Soprattutto dopo le recenti affermazioni del capo di Hezbollah Hasan Nasr Allah, il quale dall’inizio di questo mese ha avvertito i militari israeliani che reagirà contro i probabili attacchi mirati da parte di questi ultimi. Le forze sciite agendo in tandem con gli alleati di Teheran si stanno radicando sempre di più dentro il suolo siriano. Hanno come obiettivo accaparrarsi basi strategiche fondamentali e assolutamente poco distanti dai confini israeliani. E dunque se collocato in questo contesto il recente attacco di Tel Aviv ha un suo fondamento. Anche se ancora non si conoscono i dettagli di questa operazione mirata in alcune località di Damasco e di Homs.
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