Rivian: Amazon ordina 100mila furgoni elettrici per abbattere le emissioni di CO2

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Amazon e Rivian insieme per combattere le emissioni di CO2.

Il colosso dell’e-commerce, Amazon, è sceso con decisione in campo per dare un importante contributo nella lotta alle emissioni nell’atmosfera di enormi quantità di anidride carbonica, stringendo un’importante alleanza con Rivian. Il fondatore Jeff Bezos ha annunciato, durante una conferenza stampa tenuta a Washington, l’introduzione del progetto The Climate Pledge che punta ad accogliere tutte le iniziative concrete (anche di altre società) per contrastare il dilagare dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici in tutto il mondo.

Salone di Francoforte 2019 nel segno di auto elettriche e ibride

L’imprenditore statunitense ha rivelato che il suo obiettivo è quello di azzerare le emissioni di CO2 prodotte dalla sua azienda entro il 2030, ovvero con dieci anni di anticipo rispetto al cosiddetto accordo di Parigi sul climate change, rifiutato dal presidente americano Donald Trump nei primi di giugno del 2017. Bezos, per dimostrare che le sue non sono soltanto belle parole, ha ricordato che la sua multinazionale già sta introducendo delle novità all’insegna del green, sottolineando come in questo momento siano ben 650mila i dipendenti di tutto il mondo che lavorano ogni giorno con l’energia pulita derivante da circa 15 impianti di solare ed eolico. In questa fase le strutture contribuiscono al 40% del fabbisogno aziendale, ma il colosso di Seattle intende arrivare all’80% entro il 2024, e soprattutto al 100% per il 2030.

Jeff Bezos: The Climate Pledge per tutelare l’ambiente.

In queste novità all’insegna della tutela dell’ambiente rientra anche la decisione di Amazon di ordinare ben centomila furgoni elettrici da Rivian, azienda fondata circa 10 anni fa che produce veicoli esclusivamente legati al trasporto sostenibile e che potrebbe prossimamente diventale la principale concorrente di Tesla.

Amazon-Rivian: un connubio per l’ambiente

Jeff Bezos ha spiegato alla stampa che quest’importante investimento rientra appieno nella strategia della società di e-commerce di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2040, se non addirittura prima. I primi veicoli elettrici verranno consegnati nel 2021 e cominceranno ad occuparsi di consegne in tutto il mondo, mentre la flotta di furgoncini dovrebbe essere al completo per il 2024.

L’intesa ambientalista raggiunta con Amazon rappresenta indubbiamente un ottimo viatico per Rivian che in questi ultimi anni sta crescendo e sta avviando una serie di nuovi progetti per provare almeno a dar fastidio alla Tesla. Il fondatore R.J. Scaringe appena un anno fa ha presentato al pubblico durante il Salone di Los Angeles i primi due modelli ufficiali del suo marchio, il Pick-up R1T e il Suv R1S che per la fine del 2020 dovrebbero debuttare sul mercato. Invece, per quanto riguarda i mezzi di trasporto ecologici che verranno forniti alla multinazionale di Bezos, verranno realizzati con delle caratteristiche tecniche specifiche.

Infatti Scaringe ha anticipato che i furgoni presenteranno una piattaforma del tutto inedita: le componenti quali motori, batteria, sistema di raffreddamento e sospensioni si troveranno sotto il pianale per far sì che si possa garantire un volume di carico più ampio. Stando alle prime indiscrezioni, pare che l’azienda del Michigan si stia preparando a ricevere un aumento di liquidità di circa 3,6 miliardi di dollari, che si andrebbero ad aggiungere agli 1,9 miliardi di dollari incamerati già in precedenza dal produttore di veicoli elettrici.

Amazon: i primi furgoni elettrici dovrebbero essere pronti nel 2021.

Una parte di questo denaro sarebbe legato ad un accordo stretto qualche mese fa con la Ford che avrebbe investito circa 500 milioni di dollari in azioni della società Rivian, mentre Amazon, già prima di mettere nero su bianco l’ordine di centomila furgoni elettrici, avrebbe acquistato azioni per un totale di almeno 700 milioni di dollari. Invece per l’acquisto dei veicoli Jeff Bezos avrebbe sborsato poco più di 400 milioni di dollari, un’altra cifra importante che, ovviamente, se dovesse realmente contribuire a combattere l’inquinamento atmosferico, sarebbe del tutto giustificata e comprensibile.