Rapporto 2020 su povertà ed esclusione sociale in Italia

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Il rapporto 2020 su povertà ed esclusione sociale in Italia è stato pubblicato in occasione della Giornata mondiale di contrasto alla povertà (17 ottobre). Il documento, pubblicato da Caritas Italiana, cerca di restituire una fotografia dei gravi effetti economici e sociali dell’attuale crisi sanitaria legata alla pandemia da Covid-19.

Qual è lo stato di indigenza del tessuto sociale in Italia? I dati nel rapporto 2020 su povertà ed esclusione sociale

I dati della statistica pubblica definiscono lo scenario entro il quale ci muoviamo. Il nostro Paese registra nel secondo trimestre del 2020 una marcata flessione del Pil, la più preoccupante dall’avvio delle serie storiche (-12,8%). L’occupazione subisce un duro scossone, registrando un calo di 841mila occupati rispetto al 2019. Diminuisce, inoltre, il tasso di disoccupazione a favore di una vistosa impennata degli inattivi. Sembra dunque profilarsi il tempo di una grave recessione economica che diventa terreno fertile per la nascita di nuove forme di povertà.

E i dati dei centri di ascolto Caritas vanno proprio in questa direzione. Da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45% (quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta). Aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani e delle persone in età lavorativa. Si intravede dunque l’ipotesi di una nuova fase di “normalizzazione” della povertà, come per effetto dello shock economico del 2008.

A fare la differenza, tuttavia, rispetto a dodici anni fa è il punto dal quale si parte: nell’Italia del pre-pandemia (2019) il numero di poveri assoluti è più che doppio rispetto al 2007, alla vigilia del crollo di Lehman Brothers.

In questo tempo inedito, gli interventi della rete Caritas sono numerosi e diversificati. Una vivacità di iniziative e opere realizzate anche grazie all’azione di circa 62mila volontari che, da Nord a Sud del Paese, non fanno mancare la loro prossimità e generosità verso i più poveri.

Il punto di vista sulla povertà della rete Caritas

Fin dai primi giorni dell’emergenza Covid-19 Caritas Italiana e le Caritas diocesane hanno continuato a stare accanto agli ultimi e alle persone in difficoltà. Di fronte alle sfide drammatiche e le forti criticità sono state necessarie forme nuove e adattate alle necessità contingenti.

Per cercare di avere un quadro complessivo dell’attività svolta, il rapporto 2020 su povertà ed esclusione sociale in Italia promuove tre monitoraggi nazionali: uno ad aprile in pieno lockdown, il secondo a giugno, dopo la riapertura dei confini regionali e il terzo a settembre dopo il periodo estivo.

I dati raccolti testimoniano due grandi fasi, che corrispondono in parte ai diversi step di avvio delle misure e dei provvedimenti governativi: la prima, della “dura emergenza” coincidente con il blocco totale delle attività. Ci si riferisce ai 69 giorni nei quali gli italiani sono “rimasti a casa”. Range di tempo nel quale si è pagato il prezzo più alto in termini di vite umane, sul fronte dei contagi e dell’impatto economico. La seconda, vissuta nei mesi estivi, nella quale si è avviata una lenta ripartenza, dai contorni e confini incerti. In ciascuna delle due fasi le azioni messe in campo dalla rete Caritas sono state preziose.

Quali povertà per il prossimo futuro?

I dati dei centri di ascolto Caritas iniziano a tratteggiare dei segnali di tendenza sul mutamento della povertà in questo tempo emergenziale. Se si confrontano le informazioni raccolte presso i Centri di Ascolto nel periodo 15 maggio- 15 settembre 2020 con quelle registrate dagli stessi centri nello stesso intervallo temporale del 2019, si notano delle importanti differenze. In primo luogo si registra un incremento del 12,7% del numero di persone seguite nel 2020 rispetto allo scorso anno. Quindi nonostante il miglioramento registrato nei mesi estivi i centri di ascolto testimoniano un incremento della povertà rispetto ai tempi pre-Covid.

Un incremento che è sicuramente sottostimato se si pensa alle difficoltà sperimentate in questo tempo nella registrazione e/o aggiornamento delle schede. Inoltre i dati contenuti nel rapporto 2020 su povertà ed esclusione oggi fotografano una situazione nella quale i “nuovi poveri” rappresentano quasi la metà degli assistiti.

Approfondisci la tematica povertà leggendo l’altro nostro articolo 60 milioni di persone verso l’estrema povertà.