sabato, Maggio 18, 2024

Quel tentativo di rubare i gioielli della Corona nel 1671

Strano fatto quello che accadde quella notte del 9 maggio 1671 nella Torre di Londra.

All’epoca, infatti, Thomas Blood, un irlandese membro del Parlamento locale, come già lo fu suo nonno, era un personaggio davvero camaleontico.

L’antefatto

Durante il conflitto civile si era recato in Inghilterra per unirsi all’esercito di Carlo I, ma, appena avuta chiara la sconfitta prossima, divenne luogotenente di Cromwell.

Purtroppo per lui, però, nel 1660 la monarchia fu nuovamente restaurata.

Dovette così rifugiarsi in tutta fretta in Irlanda, dove, comunque, gli erano già state confiscate tutte le terre.

La vendetta

Thomas Blood cominciò così a meditare la sua vendetta.

Cercò di riunire uomini ancora fedeli a Cromwell che si trovavano in Irlanda per organizzare una insurrezione.

Primo obiettivo fu James Butler, duca di Ormonde, che viveva nel castello di Dublino.

Pensava in questo modo di ottenere un cospicuo riscatto.

Il piano fallì e Blood, con vari travestimenti, riuscì a riparare in Olanda, dove si nascose per due anni.

Anche in Olanda ebbe modo di farsi conoscere per il suo carattere irrequieto: appoggiò, infatti, l’insurrezione scozzese di Pentland.

Nonostante fosse ricercato in Inghilterra, decise di ritornarvi nel 1670, cercando di realizzare questa volta la sua vendetta nei confronti di Ormonde.

Ma anche il secondo tentativo fallì, perchè il duca fu aiutato da un servitore a liberarsi e a mettersi in fuga dall’irlandese irascibile.

L’atto eclatante

Ma l’avvenimento per cui Thomas Blood viene ricordato fu il maldestro tentativo di rubare i gioielli della Corona, custoditi nella Torre di Londra.

Pare, infatti, che fra il mese di aprile e maggio 1671, travestito da parroco, accompagnato da una donna che lasciava presumere essere la consorte, cominciò ad entrare nelle grazie del custode.

Le successive visite servirono a carpirne la fiducia.

Finchè l’attacco fu sferrato: con dei complici, Blood si introdusse nella Torre, rese innocuo Edwards, il custode, e cominciò a portare via i gioielli.

Ma i lamenti del malcapitato furono sentiti dalle guardie che, intervenute, riuscirono a catturare il ladro e i suoi complici.

Dinanzi al re lo stesso Thomas Blood pare mostrasse una sicurezza tale da indurre il sovrano a liberarlo e a donargli delle terre produttive in Irlanda.

La spregiudicatezza o l’insensatezza: non si sa quale aspetto portò il re a concedere la grazia a questo irlandese dal carattere troppo esuberante.

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