Nella giornata di ieri, Massimo Gandolfini, rappresentante e portavoce del Family Day, ha lanciato un’accusa verso il Governo.
La lettera di Gandolfini
“Nello stesso giorno in cui il ministro Elena Bonetti dichiara al New York Times che le sue richieste per la famiglia sono rimaste totalmente inascoltate dal Governo, si scopre che il fondo per le famiglie è stato decurtato di 30 milioni, come si evince da un documento sul sito della Camera dei Deputati”, afferma Massimo Gandolfini.
“Le famiglie sono allo stremo, in particolare quelle numerose, visto che non c’è alcun aiuto che si riferisce al numero dei figli carico e al numero di componenti del nucleo familiare. Ricordiamo a tutti che il 17% della famiglie con più di quattro figli sono sotto la soglia di povertà. Genitori titolari di imprese o partita IVA rischiano poi di cadere nella povertà assoluta. Il peggioramento delle condizioni economiche è aggravato dall’impegno nella formazione dei propri figli, totalmente demandata alla buona volontà di mamme e papà che, mentre cercano disperatamente di tornare a lavoro, continuano a fare da docenti, tecnici informatici e animatori delle giornate dei loro figli”, prosegue Gandolfini.
“Ma la cosa più vergognosa è che non solo non viene dato un euro in più alle necessità delle famiglie ma vengono sottratti ben 30 milioni ad un fondo che era già di per sé insufficiente. Chiediamo quindi le dimissioni del Ministro Elena Bonetti, in coerenza con le dichiarazioni rilasciate alla stampa. Questo governo ha già dimostrato troppe volte di essere nemico della famiglia”.
Chi è Massimo Gandolfini
Laureato nel 1977 in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano con il massimo dei voti e lode, Massimo Gandolfini nel 1981 si specializza in Neurochirurgia e nel 1991 in Psichiatria, presso l’Università Statale di Brescia. Dal 1997 dirige il Dipartimento di Neurochirurgia-Neurologia di un ospedale bresciano.
Il suo nome è noto per la discussione nell’ambito del dibattito sul tema “teoria di gender” e negli ultimi tempi ha spesso messo in discussione le scelte del Governo in merito alla gestione dei più piccoli durante l’emergenza in corso.