Varanasi, India del nord. Padre Vineet Vincent Pereira, che in passato aveva già ricevuto minacce, è stato incriminato per “sommossa e assemblea illegale”.
Un sacerdote cattolico di Varanasi dell’Uttar Pradesh è stato malmenato. In seguito la polizia lo ha incriminato per sommossa e assemblea illegale, lo ha arrestato e poi scarcerato.
P. Vineet Vincent Pereira è il responsabile dell’“Ishwar Dham”, un campus dove vengono recitate le preghiere per dieci ore tutti i giorni. Secondo la sua testimonianza diretta, “L’aggressione è avvenuta il 14 novembre scorso. Alle 5 del pomeriggio sono entrate due persone con l’obiettivo di creare tensione. Subito dopo sono state raggiunte da altri e hanno iniziato a picchiare uno dei fedeli. Io mi sono messo in mezzo per salvarlo, ma gli aggressori mi hanno colpito in testa e al braccio, e tirato per i capelli”. Il sacerdote aggiunge che “la beffa è che la polizia mi ha portato alla stazione per ‘la mia sicurezza’. Sono stato rinchiuso e rilasciato il giorno dopo”.
L’assalto è durato una decina di minuti. “Insieme a me – continua – c’erano altri nove fedeli. Io sono il solo sacerdote incaricato del luogo”. Poi aggiunge che “in passato ho ricevuto diverse minacce”.
Ieri l’Indian Missionary Society di Varanasi ha organizzato un incontro per esprimere la solidarietà di tutta la comunità locale. P. Anand Mathew, leader della società e fondatore del forum Kashi Qaumi Ekta Manch, ha affermato che p. Vineet è “un sacerdote giovane e santo. Si prende cura dei malati e guida le preghiere. Le persone vengono in massa da lui per essere guarite”.
All’incontro di ieri hanno partecipato i leader di vari gruppi religiosi indù, sikh, musulmani e cristiani. Sono state condannate, oltre all’aggressione di padre Pereira, le altre violenze che negli ultimi mesi hanno scosso l’India.
Andrea Gangi
