Paul Gauguin: una vita tra viaggio e pittura

Uno dei pittori francesi più conosciuti e apprezzati, nonostante una personalità un po' irrequieta.

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Paul Gauguin

Paul Gauguin lascia nelle mente di chi ammira le sue opere d’arte una sensazione di serenità. Ciò che rimane impresso sono i paesaggi esotici e le sue donne mulatte, bellissime e placide, figlie di una primitiva saggezza e di una ancestrale serenità. Quella pace presente nei quadri non riflette però quella che è stata l’esistenza di Gauguin, all’insegna dell’irrequietezza, sempre alla ricerca di qualcosa.
Quest’ansia che non gli permise mai di stringere legami stabili con luoghi e persone, ed è sempre lei che lo spinse ad abbandonare la famiglia per navigare in isole lontane.

Paul Gauguin: una vita all’insegna dell’avventura

Paul Gauguin

Paul Gauguin nacque a Parigi nel 1848 e fu uno dei più grandi pittori francesi. Impressionista, post-impressionista, simbolista, espressionista: pare che nel suo percorso artistico Gauguin sia stato accostato a più correnti, anche se in realtà non ha mai aderito del tutto a nessun gruppo.
La vita di Gauguin è indissolubilmente legata al viaggio e all’avventura fin dalla più tenera età. Quando Paul aveva appena un anno di vita, il sig. Clovis Gauguin (suo padre) decise di lasciare Parigi per trasferirsi con la famiglia a Lima, in Perù. L’uomo morì durante il viaggio e Paul trascorse l’infanzia con la famiglia materna in Sud America, fino al 1855 quando tornò con la madre in Francia. Vi rimase dieci anni. All’età di diciassette anni infatti il giovane Paul prese la via del mare per imbarcarsi come marinaio su un mercantile diretto in Brasile.
Fu a ventitré anni che il giovane Gauguin sembrò trovare una certa stabilità. Lasciò la marina, si trasferì a Parigi, diventò agente di cambio e nel 1873 sposò la danese Mette Sophie Gad da cui ebbe cinque figli. Fu in questi anni che cominciò a dedicarsi all’arte, dipingendo da autodidatta.

L’amicizia con Pissarro

Paul Gauguin, intorno al 1875, strinse amicizia con il pittore impressionista Camille Pissarro. Grazie a lui si avvicinò al gruppo degli impressionisti, pur non condividendone lo stile. Le sue opere infatti non ebbero mai quel dinamismo cromatico che caratterizzava le opere impressioniste. Ciò nonostante partecipò a numerose mostre del gruppo.

Paul Gauguin

Lo stile di Paul Gauguin

Lo stile pittorico di Gauguin è stato accostato al “cloisonnisme”, per via dei contorni netti delle figure che racchiudono colori compatti, in cui si evidenzia l’assenza quasi totale di chiaroscuri. Il nome “cloisonnisme” fa riferimenti ai compartimenti di metallo che costituiscono la struttura delle vetrate nelle chiese, ognuno dei quali racchiude un colore diverso.

La svolta: l’incontro con Theo Van Gogh

Il crollo della borsa di Parigi del 1883 segnò una svolta nella vita di Gauguin. Rimasto senza lavoro, l’artista iniziò a girare la Francia e l’Inghilterra in compagnia del figlio Clovis, in cerca di fortuna, ma con scarso successo. Così, lasciati a casa il figlio e la famiglia, si imbarcò alla volta di Panama per andare a lavorare alla costruzione del canale. Al termine di questo viaggio partì ancora, questa volta per la Martinica. I colori decisi, le linee nette, lo stile personale e primitivo di Gauguin convinsero nel 1888 il mercante d’arte Theo van Gogh (fratello di Vincent) ad offrirgli uno stipendio 150 franchi in cambio di un quadro al mese.

Inoltre, Theo lo invitò ad andare a vivere con il fratello Vincent ad Arles, in Provenza, pagandogli l’affitto. Paul accettò ma non si rivelò una scelta felice. Paul non riuscì mai a legare con Vincent. I loro dissapori sfociarono spesso in aspri litigi tra cui quello famoso che portò Vincent van Gogh a tagliarsi parte dell’orecchio con un rasoio. C’è comunque chi afferma che sia stato lo stesso Gauguin infliggergli a ferita.

L’esperienza fallimentare a Tahiti

Irrequieto, polemico e sanguigno, Gauguin pare non amasse la diplomazia. In segno di sdegno verso una società incapace di valorizzare le sue capacità artistiche, nel 1891 decise di partire per Tahiti, convinto di non tornare mai più. A quel periodo appartengono alcuni dei suoi quadri più celebri come Manao tupapau (1892, sotto) e la Orana Maria (1891). Due anni dopo, senza un soldo e oppresso dai debiti, fu costretto a farsi inviare dalla moglie il denaro per tornare a casa. A Tahiti lasciò una compagna poco più che tredicenne e un figlio nato un mese prima.

Il ritorno in Polinesia

Tornò in Europa ma non vi rimase a lungo. Salutata per l’ultima volta la famiglia nel dicembre del 1893, organizzò una vendita delle sue opere e con gli esigui ricavi due anni dopo si imbarcò ancora una volta per la Polinesia, facendo rotta per l’isola di Hiva Oa.

In quell’isola lontana l’artista Gauguin sembrò trovare quell’anima primitiva che aveva sempre cercato senza successo nei suoi viaggi. Questo lo si può percepire osservando le sue opere di quel periodo, quantomai vive e potenti. Per quanto riguarda l’uomo però, Gauguin continuò ad essere quello di sempre: sanguigno, irrequieto e spesso triste. Morirà di sifilide nel 1903, a 56 anni.

Paul Gauguin: le opere

Paul Gauguin

Le opere principali di Paul Gauguin sono: Nudo di donna che cuce (1880), Visione dopo il sermone (1888), Il Cristo Giallo (1889), Manao Tupapau (1892), Areaarea (1892) e Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (1897-1898), dipinto dopo la notizia della morte della figlia Aline.