venerdì, Marzo 29, 2024

Maturità 2019: niente obbligo per Test Invalsi e alternanza scuola-lavoro

Brusca frenata per il tanto temuto Test Invalsi, che da quest’anno doveva diventare propedeutico per accedere all’esame di Maturità. Con un emendamento al Milleproroghe, infatti, approvato dalla maggioranza, il Test Invalsi non viene abolito del tutto, quindi verrà svolto dagli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori ma, almeno fino al 2020, il suo esito non sarà vincolante per accedere agli esami di Stato. In pratica, gli studenti dovranno partecipare al test per dare prova delle loro conoscenze di italiano, matematica e inglese, ma anche se il risultato non sarà sufficiente potranno sostenere le prove scritte e orali della Maturità.

Un risultato visto come un grande successo da parte del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Nonostante avesse già fissato le date per i test obbligatori per gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori, il ministro ha definito il Test Invalsi come “una delle tante follie introdotte dalla Buona Scuola di Renzi”. “Ora” ha dichiarato Bussetti “c’è da ripensare al sistema dei test con l’aiuto della comunità scientifica”. Il Test Invalsi prende il suo nome dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (Invalsi), un ente di ricerca sotto la vigilanza del Miur, che si occupa della redazione e della valutazione di queste prove scritte che consistono in domande a risposta aperta e chiusa riguardanti le materie di italiano, matematica e inglese. E’ stato introdotto nelle scuole italiane con la Legge 176 del 25 ottobre 2007 e dal 2019 avrebbero dovuto costituire una prova propedeutica per accedere agli esami di Maturità. Cosa che non avverrà grazie all’approvazione dell’emendamento contenuto nel decreto Milleproproghe. Secondo il presidente della Commissione Cultura della Camera, Luigi Gallo “in questi anni si è voluto affidare con troppa disinvoltura a un unico ente la patente per misurare e valutare un intero sistema scolastico. I test sono diventati strumenti per misurare e valutare scuole, docenti, ragazzi e bambini”. Gallo ha ricordato anche le perplessità espresse dal direttore del programma per la valutazione internazionale degli studenti Ocse in merito agli effetti che questo tipo di test hanno sui sistemi educativi.

Con l’approvazione di questo emendamento al Milleproroghe slitta, inoltre l’alternanza scuola-lavoro, uno dei pilastri della legge sulla Buona Scuola adottata durante il Governo Renzi, che prevede lo svolgimento per ogni ragazzo di un’attività lavorativa in alternanza alle ore scolastiche. Per gli istituti tecnici e professionali le ore ammonterebbero a 400, mentre per i ragazzi che frequentano il liceo sarebbero 200. Il progetto prevedeva una discussione del percorso formativo sul luogo di lavoro durante la prova orale dell’esame di Maturità. Con la decisione adottata dalla maggioranza M5S e Lega, tuttavia, anche l’alternanza scuola-lavoro non diventa una prerogativa per accedere all’esame di Stato. Il Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti aveva già dichiarato qualche settimana fa la sua contrarietà al tentativo di mettere al centro dell’esame di maturità “un’esperienza che ha avuto risultati positivi, ma che non sempre funziona”. Questa decisione apre la strada alla discussione sul “restyling complessivo dei percorsi scuola lavoro, che dovrebbe portare a una revisione delle ore di alternanza riducendole nei licei”.

Le proteste su questo percorso di restyling arrivano dagli esponenti del centrosinistra, che negli scorsi anni avevano introdotto alcune riforme per la scuola. In particolare Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’istruzione nei precedenti governi di centrosinistra, ha dichiarato che questa decisione rischia di “disconnettere i nostri giovani dalla realtà, da una parte rinunciando a un’occasione formativa dove l’istruzione incontra il mondo del lavoro e delle professioni per far conoscere agli studenti come funzionerà la vita reale dopo che saranno usciti da scuola, dall’altra togliendo valore a uno strumento, i test Invalsi, che serve non a misurare gli studenti ma il grado di efficacia e efficienza di ogni scuola e di ogni classe”.

L’emendamento contenuto nel decreto Milleproroghe, tuttavia, non sopprime del tutto il Test Invalsi. Per il momento lo priva del suo potere selettivo per accedere o meno agli esami di Stato. Una decisione che potrebbe, tuttavia, essere rivista nei prossimi anni.

 

 

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