sabato, Luglio 27, 2024

La storia di Vuk Adzic, persona transgender battezzata dalla Chiesa ortodossa serba

Piccoli passi avanti progressisti per la Chiesa ortodossa serba che lo scorso 3 novembre ha battezzato a Podgorica presso la Chiesa di della Resurrezione di Cristo per la prima volta una persona transgender, il 19 enne Vuk Adzic.

Con il permesso di Amfilohije Radovic, metropolita del Montenegro e del Litorale (ed eletto dalla comunità LGBTIQ (lesbiche, gay, bisex, transgender, intersex e queer) montenegrina “omofobo dell’anno” nel 2014 dopo aver definito l’omosessualità una malattia), il caso Adzic è diiventato un simbolo di graduale apertura e dialogo tra la comunità religiosa locale e quella dei movimenti per i diritti delle persone omo, bi e transgender.

Passo importante inoltre è il riconoscimento della possibilità di inserire ne documenti burocratici inerenti al battesimo il nome di elezione scelto dal ragazzo e non quello alla nascita (Vuk Adzic è ancora oggi in attesa di ricorrere all’intervento di riassegnazione chirurgica). Lo stesso Adzic ha commentato questa possibilità “(…) un grande passo in avanti per me e per la comunità transgender in Montenegro“.

La scelta di aderire alla Chiesa Ortodossa Serba del giovane montenegrino sarebbe maturata dopo un’aggressione di tipo transofobo nella sua città natale Kolasin la scorsa estate. Adzic ha così commentato la sua decisione “Ho sempre avuto il desiderio di essere battezzato. Mi sento al sicuro nella fede: sono grato all’arcivescovo per la sua benedizione“.

Nonostante il dialogo tra il mondo queer montenegrino e quello religioso sembra ancora fortemente lontano, anche piccoli passi possono essere utili e far sentire meno sole le persone appartenenti alla comunità LGBTIQ del paese.

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