19 ottobre 1745 muore Jonathan Swift

“La fiducia in se stessi è una forza soltanto finché non diventa presunzione.” -Jonathan Swift

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Il genio irlandese

Jonathan Swift  nasce a Dublino il 30 novembre 1667, fu un intellettuale fervente, mente dedita alla costante analisi della realtà sociale in cui visse: fu questa il bersaglio essenziale delle sue critiche, della sua satira arguta e grottesca, esibita al suo pubblico con uno stile attraente e mai casuale.

Swift in giovane età

La giovinezza

Swift è nato nell’Irlanda, non ancora indipendente dall’Inghilterra, da una famiglia che subito abbandona: orfano del padre, Swift cresce con gli zii a Dublino dal momento che la madre fa ritorno in Inghilterra nel 1673. Lo scrittore attraversa un’infanzia difficile, caratterizzata da insulti a causa della sua condizione sociale, elemento che non mancherà di avere ricadute sul suo pensiero critico e disilluso verso la società umana, quella della prima rivoluzione industriale: epoca delle prime recinzioni terriere e migrazioni verso le città, presto sovrappopolate e socialmente problematiche.

All’età di 14 anni entra al Trinity College di Dublino. Finiti gli studi Jonathan viene affidato al diplomatico William Temple nel 1689, per cui lavora come segretario: nella sua casa conosce Esther Johnson (Stella), alla quale rimarrà legato per tutta la vita e che forse sposò in segreto.

Le idee e le tematiche

Considerato uno dei più importanti scrittori inglesi, ma soprattutto uno dei più importanti scrittori satirici. Spirito libero e razionale, misantropo accigliato e caustico, non fu dolce nel ridicolizzare e biasimare tutti gli aspetti della vita sociale, che considerava profondamente corrotta. Ma la forza della sua immaginazione e la genialità delle sue trovate, hanno fatto delle sue opere dei capolavori apprezzati per se stessi, al di là delle scomode simbologie. Lo dimostra la fortuna de I viaggi di Gulliver che, pur avendo intenti di satira sociale, è diventato un classico per l’infanzia in virtù dello spirito di avventura che vi domina e del suo stile sobrio. Lo stile di Swift, infatti è sempre curato ed elegante, in forma quasi classica, spesso chiara ed esatta come una prosa scientifica.

Le opere principali

Lettere di un drappiere (1724): un saggio di vivace polemica sociale, contro la disonestà dei politici, in difesa del popolo irlandese.

I viaggi di Gulliver

I viaggi di Gulliver (1726): romanzo di avventure che, sotto la forma di una narrazione piacevole e fantastica, nasconde una pungente satira politica e sociale e un’amara visione della vita. Il romanzo si suddivide in 4 parti:

-Prima parte: il dottor Lemuel Gulliver, unico superstite del naufragio della nave mercantile su cui era imbarcato come medico, approda all’isola di Lilliput, dove tutto, a cominciare dagli abitanti, conserva l’aspetto umano, ma in proporzioni, ridotte, in rapporto da uno a quindici.

-Nella Seconda parte vediamo che Gulliver si sposta nel paese di Brobdignag dove tutto è invece, così colossale che diventa un giocattolo per la figlia del re. In queste due prime parti il sottinteso satirico ripropone, in proporzioni diverse, le situazioni stesse del mondo umano.

– Nella Terza parte Gulliver si è spostato nell’isola di Laputa, isola di filosofi e di saggi dove il nostro eroe, visitando diverse città, ha la possibilità di incontrarsi con molti di loro e a Glubdubdrib di evocare i grandi dell’antichità, mentre a Luggnag si incontra con gli Immortali. E’ questa terza parte la più corrosiva del romanzo in cui vengono dissacrati i valori della vita e gli eroi della storia.

-La Quarta parte, infine, è ambientata nell’isola dei cavalli Houyhnhnm saggi e virtuosi, contrapposti ai feroci Yahoo, bestie dall’aspetto umano. Dal confronto prevale un giudizio negativo della brutale irrazionalità degli uomini e prende corpo una spietata satira della società.

“Una modesta proposta”

Una modesta proposta (1729): pamphlet satirico dove esprime tutto il suo mal rapporto con l’infanzia o meglio con chi la rappresenta, i bambini.

La malattia e la morte

Non è da escludere il fatto che la malattia di Ménière ha spesso condizionato la sua qualità di vita; in un’epoca in cui fiorivano ciarlatani, venditori ambulanti ed erboristi, bisogna dargli atto che egli si rivolse sempre ai medici del tempo, intrattenendo con loro un rapporto di fiducia sottolineato anche in alcuni suoi scritti. Lamenta per gran parte della sua vita un quadro clinico caratteristico della malattia di Ménière bilaterale; nel mese di ottobre del 1712 sottolinea come la sua sindrome vertiginosa abbia avuto una durata di ventitré anni. Recentemente il dibattito sulla vera natura della malattia ha portato a conclusioni che tutto fanno credere l’Alzheimer, come riferimento patologico più plausibile.

Maschera mortuaria di Jonathan Swift

Negl’ultimi anni si estraniò dal mondo, polemico con tutti e bizzarro nei comportamenti, fu spesso ospitato dall’amico Alexander Pope, una delle poche persone con cui rimase in buoni rapporti. La scena, per Jonathan Swift si chiude dopo la morte dell’amico. Nel 1744 ricoverato all’ospedale di San Patrizio a Dublino, nel reparto per chi portava disturbi mentali, morì a 78 anni nel 1745.