sabato, Luglio 27, 2024

Il sistema detentivo è sotto la lente della ministra Cartabia

Mentre noi ci sentiamo al sicuro, cosa è della sicurezza delle persone che avendo sbagliato stanno pagando in carcere? Il video sui pestaggi dei detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel casertano è un calcio ai nostri valori. Che irrompe mentre siamo immersi in città infiocchettate. Ed è per questo motivo che il sistema detentivo italiano ora, è sotto la lente della ministra della giustizia Marta Cartabia. A seguito dell’inchiesta avviata dalle denunce, da parte di alcuni detenuti. Per le violenze subite come punizione per la rivolta scoppiata il 6 aprile 2020. Dopo alcuni casi di positività al Covid in carcere. E che ha portato alle 52 misure cautelari nei confronti dei poliziotti penitenziari. Che dovranno rispondere di torture, maltrattamenti e falso.

Il sistema detentivo è sotto la lente della ministra, perchè?

Dunque i reati dei quali a vario titolo dovranno rispondere i 52 destinatari dell’ordinanza emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere riguardano violenze definite degradanti e inumane. “Stando alle indagini, risulta che non fosse una reazione necessitata da una situazione di rivolta. Ma una violenza a freddo, con delle perquisizioni illegittime“. E’ quanto dichiarato dalla ministra, la quale ha altresì annunciato: “un’indagine ampia perché si conosca quello che è successo in tutte le carceri nell’ultimo anno dove la pandemia ha esasperato tutti”. Tuttavia per quanto possa essere accolto il principio secondo cui il sistema carcerario denota lo stato di diritto di un Paese, ciò che ci rimanda plasticamente è il disumano trattamento dei detenuti. Per citare un passo del trattato dei delitti e delle pene il Beccaria scrisse: “Il fine delle pene non è di tormentare ed affliggere un essere sensibile, né di disfare un delitto già commesso.” 

La vita dietro le sbarre

In carcere convivere in una piccola cella con altre persone non è sicuramente facile. Lo spazio personale è quasi inesistente. E non si tiene conto dell’età o dei crimini commessi nella ripartizione delle celle. Così che è possibile ritrovarsi con persone molto più grandi e pericolose. Nonostante si possa essere giovani e colpevoli di reati minori tipo il furto. Pertanto la costrizione, il disordine, l’accatastamento di esseri umani con ovvi limiti alla riservatezza delle persone, sono fattori che determinano una clamorosa incompatibilità con i parametri fissati dagli standard internazionali. Ed è per questo che la Ministra ha ribadito che le carceri “sono lo specchio della nostra società. Sono un pezzo di Repubblica che non possiamo rimuovere dal nostro sguardo e dalle nostre coscienze.

Il sistema penitenziario da riformare

La situazione drammatica e impietosa del sistema penitenziario, getta luce su un mondo generalmente ignorato dai mass media e dalla politica. Da anni siamo sanzionati dalla UE per le carenze strutturali. A tal proposito la guardasigilli ha chiarito che non si tratta di realizzare “non solo nuovi posti letto. Servono nuove carceri, servono nuovi spazi servono e ci saranno. Ha poi aggiunto: “anche le condizioni dei lavoratori degli istituti penitenziari sono difficili. Quel 6 aprile 2020, nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, la temperatura era insopportabile e non c’era l’acqua corrente. Ci sono solo pozzi e l’acqua viene distribuita con le taniche“.


Il buono che diventa giustiziere? C’è chi CONTEsta la riforma


Diletta Fileni
Diletta Fileni
Blogger e redattrice per il Periodico Daily guardo alla scrittura come esercizio di riflessione e di responsabilità, uniti a un impegno per invitare alla conoscenza. Laureata in Economia e Commercio.

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