Il caffè letterario: una storia affascinante

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I caffè letterari o Bookbar, come vuole la nova tendenza, sono tornati.

Una rivisitazione contemporanea di luoghi che nascono nel 1700 e che, hanno visto passare grandi autori del calibro di Ungaretti, Kafka, Hemingway e tanti altri.

Un punto di riferimento anche per intellettuali che vi si ritrovavano per discutere di politica, economia e progresso.

Ma che cos’è un caffè letterario?

Un posto a metà tra il bar classico e la biblioteca, insieme molto più accattivante.

Ma non sono solo i libri a trovare spazio nel caffè letterario.

Artisti di ogni genere espongono le loro opere e idee per farsi conoscere.

Scrittori, poeti, pittori, scultori o semplicemente appassionati dell’arte, usano questi salotti per allietare la loro clientela.

Atmosfere uniche rendono questi caffè un posto dell’anima, uno spazio per tutte le generazioni.

Il profumo di cultura e di un buon caffè, ma anche di ottime torte che, richiamano i profumi di una volta.

Insomma un incrocio ben riuscito tra enogastronomia e cultura.

A parole non è facile descrivere la sensazione che si prova quando si entra in un caffè letterario.

Honorè de Balzac, noto scrittore, parlando dell’antico caffè Pedrocchi di Padova, nato nel 1861, affermava:

“Il caffè è un istituzione indefinibile…uno studio d’avvocato, una borsa, un ridotto di teatro, un club, una sala lettura”.

Ed ecco che oggi, da nord a sud, ritroviamo il fascino del caffè letterario rivisitato in chiave moderna, e sono soprattutto i giovani appassionati, che prestano le loro competenze per avviare o collaborare a questa attività culturale.

Quindi non sono assolutamente fuori moda. Anzi.

I caffè letterari Italiani

Per gli appassionati e per chi vuole entrare in questo mondo, ecco un elenco dei più famosi caffè letterari d’Italia:

Caffè Tommaso, il più amato di Trieste, a seguire il Caffè Florian, simbolo della città di Venezia.

Il caffè Cova, a Milano, dove Giuseppe Verdi sedeva spesso ai suoi tavoli.

L’antico caffè Greco, nella nostra capitale e a Napoli, il caffè Gambrinus, dove gli intellettuali amavano riunirsi.

Un modo diverso di vivere la quotidianità, fare nuovi incontri, leggere un buon libro e perché no, diffondere la passione per la scrittura.