Herbert Hoover: il 31° Presidente Usa travolto dalla Grande Depressione del ’29

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Casa Bianca, sede del presidente degli Stati Uniti.

Il 20 ottobre 1964 moriva a 90 anni, a New York, Herbert Hoover. La sua è stata una vicenda politica e personale alquanto particolare: acclamato presidente degli Stati Uniti al termine delle elezioni del 1928 (sarebbe entrato ufficialmente in carica l’anno seguente), stimato per le sue capacità imprenditoriali e la competenza in materia economica, nel giro di pochi mesi si ritrovò nell’occhio del ciclone, accusato di non essere capace di arginare la Grande Depressione del 1929. Per questo motivo, dopo la fine del suo mandato, venne ricordato come uno dei peggiori leader della Casa Bianca.

Probabilmente Hoover nel sottovalutare (almeno inizialmente) la crisi economica, fu ingannato dal fatto che il Paese aveva alle spalle una fase di crescita non solo finanziaria ma anche sociale, poiché erano stati riconosciuti i primi diritti civili alle minoranze. Tuttavia, c’erano già stati dei segnali (forse passati inosservati) della tempesta in arrivo con un rapido incremento delle disuguaglianze in appena una decina d’anni, e qualche perdita sul fronte del mercato immobiliare. E così, quando la Depressione del 1929 esplose in tutta la sua drammaticità, facendosi trovare impreparato, il 31° Presidente Usa passò dall’essere in un attimo da colui che aveva stravinto le elezioni con il 58% delle preferenze al principale responsabile dei problemi americani.

Herbert Hoover vinse le elezioni presidenziali del 1928.

Herbert Hoover era riuscito a guadagnarsi la stima dei cittadini e del mondo politico degli States con i suoi brillanti successi imprenditoriali. Nato il 10 agosto 1874 a West Branch, rimase orfano di entrambi i genitori quando aveva appena dieci anni. Si rimboccò le maniche e riuscì dapprima a conseguire il titolo di ingegnere minerario, e poi a diventare proprietario di varie miniere sparse per il mondo, che andavano dalla Cina all’Australia, passando per la Russia. Il suo patrimonio totale nel 1914 toccò circa quattro milioni di dollari, una vera e propria fortuna se si pensa che oggi sarebbero quasi 100 milioni di dollari.

L’ammirazione nei suoi confronti aumentò ulteriormente quando fu in prima linea nel soccorso umanitario durante la Prima Guerra Mondiale: dapprima diede il proprio contributo nel Belgio occupato dai tedeschi e poi, quando gli Stati Uniti entrarono in guerra, gli venne affidata la guida della U.S Food Administration.

Herbert Hoover: dal trionfo alle elezioni agli errori durante la crisi economica

Terminata la Grande Guerra, Herbert Hoover ricevette un altro importante incarico come capo dell’agenzia governativa American Relief Administration, e si occupò di fornire aiuti sia alla Germania che era appena uscita sconfitta dal conflitto, sia alla Russia sovietica che in quel periodo era rimasta piuttosto isolata nei rapporti internazionali con gli altri Stati. Quest’attività, gestita con maestria, consentì all’imprenditore di raccogliere un numero ancora maggiore di consensi tra i suoi connazionali.

Democratici e repubblicani se lo contesero affinché accettasse di passare nel rispettivo partito, e per il magnate giunse la soddisfazione della nomina quale Segretario al Commercio sia durante la presidenza repubblicana di Warren Harding che sotto quella del successore Calvin Coolidge. In questi anni ebbe la capacità di convincere il mondo dell’alta finanza statunitense a collaborare attivamente nel contribuire alla prosperità economica di tutto il Paese. Inevitabilmente nel 1928 fu lui il candidato per eccellenza alle presidenziali e vinse a mani basse, con gran parte dell’opinione pubblica Usa che era convinta che con Hoover alla Casa Bianca si sarebbero raggiunti grandi traguardi.

A pochi mesi dalla sua elezione, però, accadde l’impensabile: il crollo della Borsa di New York nel 1929 e la crisi generale e globale dell’economia. In questa fase probabilmente il leader americano accolse con troppa leggerezza il problema, certo che gli Stati Uniti sarebbero stati in grado di rialzarsi rapidamente. Quando si rese conto che in realtà la situazione non era così facile da recuperare cercò di porvi rimedio, mettendo da parte la strategia liberista del ministro Andrew Mellon.

Hoover sottovalutò la Grande Depressione del ’29.

Ormai però stavano cominciando a piovere dubbi e critiche su Hoover definito incapace di gestire la crisi economica e scarsamente dotato sotto il profilo comunicativo. Il suo progetto del volontarismo, basato su una collaborazione tra pubblico e privato, risultò del tutto inadeguato. Le forze politiche di sinistra intanto cominciarono a far sentire la propria voce, affermando che ormai erano terminati i giorni del capitalismo e aggiungendo che si dovevano trovare nuove strade per rilanciare l’economia. Gli imprenditori invece, ignorando gli appelli che provenivano dalla Casa Bianca, procedettero con tagli di stipendi e licenziamenti in massa dei dipendenti.

Gli ultimi tentativi di risollevare gli Usa e la sconfitta contro Roosevelt

L’amministrazione Hoover nel 1931 diede il via ad una serie di progetti per la realizzazione di nuove infrastrutture, ma questi vennero criticati dai democratici per i costi eccessivi. Si decise di aprire 12 nuove banche per venire incontro alle esigenze delle imprese, ma questi provvedimenti risultarono vani di fronte al dilagare della Grande Depressione. Il 31° Presidente degli States, contrariamente alle sue idee, provò ad attivare dei nuovi investimenti per risollevare l’occupazione, ma nemmeno bastò.

Herbert Hoover, il presidente della Depressione americana

Queste difficoltà finirono per spezzare il rapporto di fiducia tra Herbert Hoover e il suo elettorato. Non a caso, durante la campagna elettorale per il secondo mandato nel 1932, ci furono veementi proteste contro di lui e in alcune circostanze rischiò anche il linciaggio. Nessuno pensava più al fatto che il tracollo finanziario era avvenuto soprattutto per dei grossolani errori della Federal Reserve durante l’amministrazione Coolidge, e per le difficoltà del settore immobiliare.

Hoover dovette soccombere alle spiccate capacità oratorie di Roosevelt che lo batté facilmente alle elezioni presidenziali. Da quel momento, il suo nome sarebbe rimasto legato alla Depressione del ’29, come se ne fosse stato l’unica causa. In realtà, col senno di poi, è emerso che i suoi interventi avevano gettato le basi per la ripresa successiva che poi sarebbe arrivata al culmine con Roosevelt e il New Deal.

Hoover fu battuto alle elezioni da Roosevelt.

L’imprenditore continuò comunque a ricoprire ruoli importanti. Innanzitutto attaccò il New Deal, poi fu il responsabile del piano di aiuti alla Cina e sostenne una maggiore presenza degli Stati Uniti nella politica internazionale riguardante l’Europa. Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale, si pronunciò contro la legge sugli affitti e prestiti e si oppose alla politica dell’interventismo di Roosevelt e successivamente al principio della resa incondizionata varato dagli Alleati. Dopo aver appoggiato Kennedy, Herbert Hoover manifestò la sua contrarietà alle operazioni belliche in Corea. Morì il 20 ottobre 1964 e fu sepolto presso il West Branch Municipal Cemetery della sua città natale.