venerdì, Aprile 26, 2024

Hamilton ospite a Che tempo che fa: “Da piccolo volevo essere Senna”

Lewis Hamilton, grande protagonista della stagione 2017, si è confessato durante l’ultima puntata di Che tempo che fa, raccontando e raccontandosi ai microfoni di Fabio Fazio.
L’inglese di origini caraibiche ha parlato della “fame” che lo ha sempre caratterizzato, sia in pista che fuori, e che con il tempo ne ha fatto uno dei campioni più grandi di sempre.
Quando si parla di lui si inizia sempre elencando i suoi record, i numeri delle sue vittorie, i giri veloci e i punti in classifica. Nel programma andato in onda domenica 17 dicembre su Rai 1 però si è parlato di, e con, un Lewis Hamilton diverso.
Numero uno sì, ma di tante cose che non riguardano strettamente il suo anno di successi in Formula 1. Il quattro volte campione del mondo ha infatti raccontato la sua infanzia piena di sogni e di speranze ma soprattutto i grandi sacrifici del padre, che durante i suoi primi anni di competizioni con i kart, ha dovuto fare ben quattro lavori per poter mantenere il figlio. Il mondo delle corse è infatti costosissimo, ricorda Hamilton con un sorriso tanto nostalgico quanto tenace, e per una famiglia non benestante come la sua è stato davvero difficile. Ma il giovane Lewis aveva talento e suo padre lo sapeva bene.
“Il mio primo kart è stato di quinta mano se non sbaglio – ha confessato il pilota – “ma partire dal fondo della pista per poi superare tutti è stato quello che mi ha formato il carattere fin da piccolo e che mi ha portato ad avere questa fame che ho ancora oggi”.
Una carriera iniziata sicuramente non nel più facile dei modi quindi ma che lo ha portato a firmare a soli tredici anni un contratto con la McLaren, primo passo per una ascesa incontrollabile.
Quest’anno poi ho realizzato uno dei traguardi più importanti della sua carriera, eguagliando e poi superando il numero di pole position del suo mito di sempre: Ayrton Senna.
La famiglia del defunto campione brasiliano, come gesto di congratulazioni nei confronti di Lewis, gli ha donato il primo casco originale di Senna, rendendo il momento, e il campionato 2017, ancora più indimenticabile.
“Ho iniziato a veder correre Senna quando avevo solo 5 anni insieme a mio papà… Ayrton era il mio preferito: avevo i suoi libri, poster dappertutto sul muro, tornavo da scuola e guardavo i suoi video. Il mio sogno da piccolo era essere o Superman o Senna: sognavo di arrivare in Formula 1 e come lui vincere qualche campionato” ha ribadito Hamilton, rispolverando ricordi ormai lontanissimi per il trentaduenne. Per lui anche un bellissimo video con i montaggi dei suoi primi successi e qualche intervista in cui un giovane Lewis raccontava il sogno di correre in Formula 1 e di farsi conoscere all’interno del mondo delle corse. Per il pilota è stato impossibile non commuoversi un po’ rivedendosi bambino, pieno di sogni e ambizioni, proprio dopo la quarta vittoria del campionato automobilistico più prestigioso del mondo.
Ambizioni portate largamente a termine e coronate da una vita piena di soddisfazioni anche fuori dalla pista: Lewis negli anni ha infatti avuto la possibilità di conoscere il leader sudafricano Nelson Mandela, fare colazione con la regina d’Inghilterra Elisabetta, posare per le maggiori riviste di tutto il mondo e tanto altro ancora.
In una vita sola in effetti il campione inglese sembra averne vissute più di mille e nella lunga intervista con Fabio Fazio è stato possibile conoscerne qualcuna in più.
Hamilton è infatti famoso in tutto il mondo per l’aggressività agonistica e nei weekend di gara è difficile sentirlo parlare di qualcosa che non siano le sue prestazioni ma seduto davanti al grande acquario di Rai 1 ha confessato la sua ammirazione per il pilota di moto Gp Valentino Rossi e ha concluso l’intervista con un breve brano al pianoforte, dimostrando anche le sue doti da musicista.
Dopo qualche battuta su un suo possibile futuro contratto in Ferrari che sarebbe infatti voluto da molti tifosi del Cavallino ma che appare per il momento piuttosto improbabile, Hamilton è uscito di scena a bordo di una NSU Prinz appositamente personalizzata per l’occasione con il suo numero, l’ormai celebre 44.

Giulia Toninelli
Giulia Toninelli
Classe 1997, da sempre con il naso su qualsiasi cosa possa assomigliare a un libro. Si divide tra il sogno di diventare scrittrice e quello di essere giornalista motorsportiva. Nel mezzo lavora e studia a Milano, guarda tanti film e va a un po' troppi concerti.

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