Furoshiki: impacchettare i regali senza sprechi

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In questo periodo di regali, fare i pacchi può essere impegnativo, nonché poco sostenibile. Perché allora non provare l’arte del furoshiki?

In cosa consiste il furoshiki?

Non sono necessari carte, sacchetti e fiocchi per impacchettare bene un regalo. Dal Giappone può venirci in aiuto l’arte del furoshiki: utilizzare un panno, un foulard o una sciarpa, che diventano quindi parte integrante del dono stesso.


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Un’origine bizzarra

Il termine giapponese furoshiki deriva addirittura dal periodo Edo, nel momento che vedeva un potente incremento di costruzione dei bagni pubblici: siamo nel 1600. Con la parola furoshiki si indicavano i fagotti di stoffa, spesso fregiati con le iniziali del suo proprietario, utilizzati per trasportare il cambio di vestiti: in tal modo non c’era rischio che si scambiassero. In seguito tale termine si estese a pacchetti atti a confezionare e trasportare molti altri oggetti, quali libri di scuola o il pranzo: e infine, i regali.

Un regalo che avvolge il regalo

Venendo per l’appunto ai regali di Natale, il furoshiki rimane un’ottima idea per avvolgere i nostri doni in modo sostenibile. Pensiamo ad un vecchio foulard, ad esempio, che non usiamo più: possiamo riciclarlo per impacchettare un regalo, rendendolo anch’esso un dono. Ma in commercio esistono diversi tipi di furoshiki moderni, realizzati in materiali come seta, cotone, rayon e nylon. Se poi vogliamo pensare a tessuti sostenibili, possiamo scegliere il cotone o la seta cruelty-free.

Come scegliere il furoshiki

I furoshiki originali sono decorati con disegni tradizionali, e non hanno una misura standard: generalmente, però, viene utilizzato quello di 45×45. Quanto alle fantasie e al tipo di stoffa, scegliere quelli più giusti al tipo di regalo che stiamo facendo fa parte del tutto. Tre sono i modi per avvolgerlo, facilmente reperibili su tutorial online: il primo si chiama fukusa-zutsumi, ed è utilizzato principalmente per gli oggetti piccoli. Non necessita di nodi, è sufficiente drappeggiarlo attorno all’oggetto in questione. Il secondo si chiama otsukai-zutsumi, e prevede un solo nodo. Il terzo si chiama yotsu-musubi, si lega in due nodi ed è utilizzato per gli oggetti più pesanti.