giovedì, Aprile 25, 2024

Disabili: la legge “Dopo di Noi”

La legge 112/2016 per l’assistenza ai disabili, la c.d. “Dopo di Noi”, sta per compiere due anni dalla sua approvazione. I beneficiari sono i Disabili che presentano una menomazione fisica o sensoriale con riduzione della propria autonomia, tale da rendere necessaria un’assistenza permanente e continuativa sia a livello individuale che sociale. Questa legge, oltre a prevedere nuove regole per l’assistenza, la cura, la prevenzione e la protezione, prevede anche una serie di nuove agevolazioni fiscali per i disabili. l’obiettivo principale è quindi favorire l’autonomia delle persone affette da grave disabilità.

In questo modo, il disabile con disabilità grave, può ottenere tutta l’assistenza di cui ha bisogno, anche quando non ha più entrambi i genitori o quando questi sebbene in vita, non sono in grado di sostenere il figlio disabile.

La legge 112/2016 ha previsto alcuni interventi per le persone con grave disabilità prive del sostegno familiare. Tra questi, l’istituzione di un Fondo ad hoc, costituito da risorse da distribuirsi alle singole Regioni per sostenere iniziative utili a garantire un futuro il più possibile sereno. Il Fondo è compartecipato da Regioni, Enti Locali e associazioni del Terzo Settore. Nel triennio 2016 / 2018 il fondo è stato così ripartito: 90 milioni di euro per il 2016, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni per il 2018.

I fondi, lo ricordiamo, vengono distribuiti alle Regioni affinché si occupino di finanziare percorsi programmati di accompagnamento verso l’uscita dal nucleo familiare in alternativa all’istituzionalizzazione della persona con grave disabilità priva del sostegno di parenti, oltre a varie tipologie di interventi di supporto alla domiciliarità.

La legge Dopo di Noi prevede importanti agevolazioni fiscali per i disabili. E’ stabilita la detrazione Irpef al 19% delle spese sostenute per le polizze assicurative, a partire dall’anno d’imposta 2016, per una spesa massima di 750 euro; inoltre, i trust, ovvero fondi con patrimonio autonomo, e i fondi speciali in favore di soggetti in grave stato di disabilità, sono a partire dal 1 gennaio 2017 esentati dal pagamento di imposta di successioni e donazioni. Per poter usufruire delle agevolazioni fiscali previste bisognerà rispettare alcuni requisiti:

  • il trust o il fondo devono essere costituiti per atto pubblico;
  • nell’atto istitutivo bisognerà indicare i soggetti coinvolti, i ruoli, la funzionalità e i bisogni, le attività assistenziali previste;
  • l’atto dovrà inoltre indicare gli obblighi del fiduciario e del gestore, i quali saranno chiamati a salvaguardare i diritti della persona con grave disabilità e le modalità di rendicontazione obbligatoria;
  • beneficiari del trust\fondo possono essere soltanto persone con grave disabilità;
  • l’atto istitutivo deve stabilire chi sarà il soggetto preposto al controllo delle obbligazioni previste, e stabilisce il termine di durata del trust.

Il gestore o fiduciario può essere sia una persona di fiducia, vicina alla persona con grave disabilità beneficiaria del trust, oppure una Onlus, a patto che operi però prevalentemente nel settore della beneficenza. E’ possibile per le famiglie con persone in stato di grave disabilità di utilizzare il trust come strumento di tutela del patrimonio dopo la morte dei genitori. Inoltre, tra le agevolazioni previste, c’è la possibilità di detrarre nella misura massima del 20% del reddito imponibile e di 100 mila euro annui le erogazioni liberali, le donazioni e gli atti a titolo gratuito effettuati dai privati in favore del trust.

La disabilità grave, secondo la definizione che viene data dalla legge 104 del 1992, deve essere accertata dalle apposite commissioni mediche presso le Unità Sanitarie Locali.

Maria Giovanna Daniele
Maria Giovanna Daniele
Sono un Assistente Sociale e ho conseguito una laurea magistrale in Pedagogia. Ho un particolare interesse per l’area sociale, nella quale ho già maturato una prima conoscenza professionale. Incline ad affrontare le situazioni con metodo ed assiduità, ho cercato, nel tempo, di armonizzare l’approccio analitico derivante dalla carriera universitaria, con la flessibilità e la creatività richiesta da un mondo in rapido cambiamento. Nel lavoro per il sociale diventa cruciale il rapporto con la scrittura. Infatti la riflessione, il ripensare al proprio il lavoro, favoriscono la necessità di “fissare sulla carta” i pensieri che evolvono con il tempo. Lo scrivere infatti obbliga a riflettere, a confrontarsi con i colleghi, a rimettere in discussione le proprie certezze. Tutto ciò fa “nascere” nuovi pensieri, nuove idee, nuovi progetti.

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