domenica, Maggio 5, 2024

Bertille Bak: arte diventa coscienza sociale

L’artista francese Bertille Bak affronta il tema del lavoro minorile alla sua prima personale italiana allestita alla Fondazione Merz. Una video installazione concettualizza l’esperienza dei minatori polacchi che lavoravano nelle cave del Nord della Francia.


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Perché Bertille Bak ha scelto di rappresentare un minatore?

La video installazione ha un carattere autobiografico perché l’artista è nipote di minatori che cominciavano a lavorare a 13 anni. Quindi attinge all’esperienza dei propri familiari per raccontare un fenomeno diffuso in tutto il mondo. Minatore minorenne, il titolo dell’opera principale, è inserito in un allestimento che si focalizza sul filmato. Tuttavia, il significato del video è amplificato dalle altre creazioni realizzate dopo che Bak ha approfondito il tema, svolgendo ricerche.

Le opere alla Fondazione Merz

L’artista utilizza gli spazi dell’area espositiva torinese come un parco giochi per evocare l’infanzia. Però, non c’è divertimento nella sua organizzazione della mostra perché il lavoro minorile impedisce ai ragazzi di sviluppare liberamente le proprie attitudini. This mine is mine è un lavoro realizzato con fili luminosi che ricrea una galleria sotterranea in cui devono scendere i giovani. Bleus de travail è un video che tratta l’argomento e Les petits chevaux du complot riproduce una giostra non funzionante. Un’opera riproduce una cava di pietra in cui si spostano dei camion in miniatura che trasportano il materiale estratto. I mezzi sono collocati a diversi livelli. Infine, nel video Tu redeviendras poussière gli abitanti di un villaggio minerario in Francia controllano i propri livelli di silicati nei polmoni.

Bertille Bak e le comunità meno rappresentate

L’artista francese porta l’attenzione del pubblico su argomenti politici e sociali che interessano sacche di persone ai margini. Con le sue opere propone un cambiamento non rivoluzionario, attuato per affrancare le comunità che vivono situazioni intollerabili. Documenta i fenomeni e li traspone nell’arte che diventa coscienza collettiva. La mostra è visitabile alla Fondazione Merz fino al 25 maggio. Il biglietto costa 6 €.

Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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