Benito Mussolini Primo Ministro del Regno d’italia. Accadde il 31 Ottobre 1922

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Benito Mussolini

Benito Mussolini divenne Presidente del Consiglio il 31 Ottobre 1922

Il vento del nazionalismo imperversò sul Regno d’Italia con veemenza subito dopo la fine della Grande Guerra. La delusione italiana per le vicissitudini belligeranti e la furia politica per un riscatto repentino furono cavalcate da Benito Mussolini. Il Mussolini divenne in poco tempo il portavoce delle frustrazioni sociali, del malessere di tutti gli ex combattenti. Benito Mussolini si accorse di una massa popolare manovrabile, influenzabile, fragile; non perse tempo, incalzò con le orazioni e le esortazioni e divenne una personalità politica di spicco e piuttosto rilevante.

Il duce seppe sfruttare a suo favore il malcontento del dopoguerra; la Prima Guerra Mondiale fu un dramma terribile per l’umanità e il Regno d’Italia risentì particolarmente dei problemi economici e sociali degli anni immediatamente successivi al conflitto. La società, l’economia, la politica, l’industria, l’agricoltura italiane furono dilaniate e la crisi esplose in tutta la sua gravità. Di questo stato di confusione seppe abilmente approfittare Benito Mussolini.

Egli dopo essere stato espulso dal Partito socialista, nel 1914, fondò il quotidiano Il Popolo d’Italia attraverso il quale condusse la sua campagna per l’interventismo. Richiamato sotto le armi nel 1915, Mussolini rientrò dal fronte nel 1917 e riprese a scrivere sul “suo” giornale: criticò la debolezza del governo e divenne sostenitore dell'”ordine” interno contro i disordini che agitavano il paese. Mussolini raccolse intorno a sè alcuni simpatizzanti, ex combattenti di varia estrazione sociale e orientamenti politici (repubblicani, socialisti, ex arditi). L’interventista Mussolini nel 1919 fondò i Fasci di combattimento e ne stilò il programma, il programma di San Sepolcro. I punti del manifesto si caratterizzarono per un nazionalismo intransigente ma allo stesso tempo toccarono altri argomenti: l’instaurazione di una Repubblica, il suffraggio universale, l’eliminazione dei titoli nobiliari, l’abolizione del Senato. Questo programma comprese un insieme di posizioni eterogenee, proponendosi come movimento in grado di superare il bipolarismo destra-sinistra. Ciò che accomunò le varie componenti fu il culto dell’azione violenta. A dispetto della presenza di differenti correnti all’interno dei Fasci ci furono degli aspetti fondamentali del fascismo: il nazionalismo, l’esaltazione dell’azione individuale e della violenza, l’ostilità sia verso i socialisti e verso le classi abbienti; soprattutto un sostanziale antiparlamentarismo e la volontà di imporre il proprio modo diretto e violento di fare politica.

Mussolini. Primo Ministro del Regno d’Italia

Mussolini riuscì a dominare le piazze e vide sempre più chiara la conquista definitiva del potere. Prese vita l’idea di una “marcia su Roma”, un’azione di forza, un colpo di stato che avrebbe permesso ai fascisti di ottenere il governo. Nella notte tra il 27 e il 28 Ottobre 1922 conversero le camicie nere sulla capitale. Il presidente del Consiglio Facta, posto di fronte a questa prova di forza, si preparò a resistere militarmente ma quando il primo ministro presentò al sovrano il decreto che proclamava lo stato d’assedio, Vittorio Emanuele si rifiutò di firmare, spianando la strada al fascismo. Facta diede le dimissioni e Mussolini impose la volontà di formare un nuovo governo di cui divenne il capo, primo ministro, severo, dal carattere tirannico, radicalmente nazionalista.