giovedì, Aprile 25, 2024

A rischio la biodiversità nei parchi nazionali e nelle aree marine protette

A sostenerlo è  il fondo mondiale per la natura, in una ricerca che ha preso in analisi i 23 parchi nazionali ad oggi operanti e 26 delle aree marine protette del nostro paese.

La relazione sui parchi nazionali e le aree marine protette è stata presentata lo scorso 17 Novembre a Perugia, dalla dottoressa Filomena Ricci, responsabile alla conservazione del WWF Abruzzo e da Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia. Il quadro presentato non è certo entusiasmante, la mancanza di organizzazione e la carenza di risorse sta producendo “inaccettabili mancanze che compromettono tutto l’apparato di gestione, vanificando anni di azioni per la tutela delle specie”.

I parchi nazionali

Non stupisce la mancanza di personale qualificato se pensiamo che nell’83% dei casi non ci sono geologi o veterinari di riferimento. La mancanza di organizzazione è inoltre dovuta al fatto che in più della metà dei parchi nazionali non è contemplata la figura di un direttore o un presidente. A completare il quadro le risorse statali a disposizione sono circa 81 milioni di euro all’anno, che corrispondono nel concreto a 1 euro e 35 centesimi al giorno per abitante.

Le aree marine protette

I fondi per le aree marine protette ad oggi coprono solo 700km di costa, lo 0,8% del totale nazionale e i fondi stanziai sono pari  a 7 milioni di euro all’anno. Tuttavia solo il 50% di queste sembra essere in linea con gli standard del resto d’Europa. E anche in questo la ricerca ha evidenziato la carenza di personale qualificato per la gestione dei fondi.

Le richieste del WWF allo Stato Italiano

Il Presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi per i parchi nazionali e le aree marine perciò chiede al governo: 

  • la revisione della legge 394 del 1991 per semplificare le procedure e migliorare la gestione dei fondi;
  • la nomina di manager non politicizzati a capo degli enti;
  • un aumento di fondi pari a 40 milioni di euro;
  • l’instituzione dei parchi che ad oggi sono sospesi o non tutelati ( Lo Stelvio, Il Delta del Po, Gennargentu, Matese e Portofino.)

L’intervento del Ministro Sergio Costa

A rispondere alle richieste è intervenuto il Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa. Prendendo atto della situazione, il ministro si è dichiarato disponibile alle richieste e ha promesso che il primo passo intrapreso sarà la selezione del personale di gestione. “Voglio buoni manager ambientali, di cui non mi interessa il ‘colore’, ma il livello, che deve essere alto. Vorrei persone in grado di saper spendere le risorse a disposizione su progettualità concrete”. E per quando riguarda i fondi dichiara: “Se i parchi consentono di mantenerci nel protocollo di Kyoto e nell’accordo di Parigi perché catturano più CO2, è giusto riconoscere loro un elemento di soddisfazione.

Adesso non ci rimane altro che stare a guardare se le promesse fatte verranno mantenute

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