4 curiosità sulle criptovalute che non tutti conoscono

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Le criptovalute sono sempre più discusse e hanno raggiunto livelli di attenzione altissimi nel settore finanziario, ma non solo. Il mondo della valuta digitale attira anche chi non è molto pratico dell’ambiente e desta parecchio interesse, oltre che raccogliere pareri contrastanti sul suo futuro prossimo. In effetti però, nonostante sia una realtà piuttosto discussa, non tutti conoscono i dettagli più interessanti delle valute digitali. Ecco 4 curiosità che in ben pochi sanno.

Criptovalute: dagli esordi alla “fine”

Di seguito, due dettagli interessanti sulla nascita e sulla presunta “fine” delle cripto più conosciute, i Bitcoin:

  • L’inventore della prima criptovaluta, per l’appunto il Bitcoin, e del meccanismo che ne rende possibile l’esistenza e lo scambio, la blockchain, è conosciuto con il nome di Satoshi Nakamoto. In realtà però, questo è solo uno pseudonimo e la vera identità di chi si nasconde dietro la geniale creazione, che ormai risale a ben 14 anni fa, non è ancora nota. Si presuppone però che si tratti di un gruppo di persone e non di un singolo individuo;

  • Come ricorda Bitcoin profit, i Bitcoin, ma anche le altre criptovalute, non sono “eterni”. A differenza delle valute tradizionali infatti, sono state concepite come se fossero veri e propri metalli preziosi, la cui estrazione è quindi “finita” nel tempo. In effetti, Satoshi Nakamoto prestabilì – per evitare l’inflazione – la quota massima di Bitcoin, ovvero 21 milioni di unità. Attualmente, sono stati prodotti più di 18 milioni di questa criptovaluta, ovvero quasi il 90% della disponibilità totale. Alcuni dati certificano che, con molta probabilità, verranno estratti tutti entro il 2140.

Criptovalute fra consumi e “perdite”

Altri due aspetti peculiari delle criptovalute riguardano i loro consumi, in termini di energia, e il fatto che alcune siano andate completamente perse:

  • Anche se non hanno alcuna entità materiale, la creazione delle monete digitali è davvero dispendiosa. Il processo di estrazione, conosciuto nel gergo come “mining”, necessita infatti di computer con potenza di calcolo altissima. Questi calcolatori consumano a loro volta grandi quantità di energia, e generano molto calore. Le stime sull’impatto ambientale delle monete digitali sono davvero preoccupanti. Basti pensare che, secondo i dati del 2021 del Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index (CBECI), il consumo all’anno di Bitcoin si attesterà intorno ai 128 terawattora. Si tratta dello 0,6% della produzione elettrica mondiale;
  • Nonostante i consumi ingenti e il valore altissimo di alcune criptovalute, in particolare del Bitcoin, non molti sanno che tanti ne sono andati persi. Si parla di ben 3,7 milioni di unità “svanite” in rete, per un valore complessivo di 185 miliardi di dollari. La stima riguarda tutte le monete virtuali ferme da più di 5 anni. È probabile che alcuni dei proprietari di questa fetta persa siano deceduti e che, probabilmente, altri abbiano perso le credenziali necessarie per gestirli. Tra l’altro, si pensa che fra questi ci siano anche gli 1,1 milioni di Bitcoin di proprietà di Satoshi Nakamoto di cui, chiaramente, non conoscendosi la vera identità, non si sa nemmeno se sia effettivamente ancora vivo.