50 ANNI DALLA MORTE di Totò: UN RICORDO ED OLTRE

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1975
morte di totò

“Lei non sa chi sono io…!”, già, forse Totò aveva ragione, aldilà della caratteristica battuta di uno dei
suoi celebri film, di lui conosciamo poco, e soprattutto i giovani hanno imparato a conoscerlo tramite le numerose pellicole in bianco e nero.
Le sue “smorfie”, la sua “maschera”, che, tanto maschera non era, lasciava trasparire tutta la sua passione
per il teatro e l’ arte in genere.

Anniversario della morte di Totò

Il 15 aprile si è ricordato il 50° anniversario della sua morte.
Infatti, il 15 aprile 1967 nella sua casa al Parioli (Roma), si spegneva il Principe Antonio De Curtis: Totò.
Nato a Napoli nel febbraio 1898, considerato “il principe della risata”, lasciando oltre alla sua notevole recitazione, anche lavori come poeta, paroliere, drammaturgo e cantante.
In trent’anni di carriera fu presente in oltre 50 recitazioni teatrali, debuttò al cinema nel 1937 interpretando
97 film, alcuni telefilm con il regista Daniele D’Anza e sketch pubblicitari per la televisione all’interno del
mitico “Carosello” nel 1966.
Il suo atteggiamento comico e drammatico al tempo stesso, con una “maschera” che lo identificava in un
“Pulcinella”, spesso oppresso e poco considerato, lo trasformava in un divo popolare.
Le battute, le smorfie, il viso dal profilo particolare, il suo linguaggio, diventavano scenette irresistibili, per lo più senza copione, ma ricche di spontaneità e competenza.
Uno dei suoi primi compagni di lavoro fu Peppino de Filippo e il suo rapporto con grandi registi, da Monicelli a Steno, da Rossellini a Lattuada apprezzavano di buon grado la sua recitazione straordinaria ed eclettica.
Di parere opposto, la critica ufficiale che lo considerava troppo “popolare” nonostante il consenso del pubblico.
Il 1966, anno che ha segnato la storia del cinema italiano, ha concesso a Totò una menzione speciale al
Festival di Cannas con “Uccellacci e Uccellini” con la regia di Pasolini e con accanto un giovane Ninetto
Davoli.

Come prese il pubblico la morte di Totò?

La sua morte avvenuta a soli 69 anni, colpì pesantemente il pubblico e lo spettacolo ormai abituati ed appassionati alla sua “maschera” dal viso disarmonico e asimmetrico che aveva conquistato il mondo.
Non troppo valutato in vita e dagli inizi molto difficoltosi, fu ampiamente valorizzato dopo la sua morte, tanto da essere ancora oggi considerato il comico più popolare di sempre.
Ebbe tre funerali: il primo in una Roma straripante di pubblico e di nomi famosi, il secondo a Napoli dove
250 mila persone furono presenti per salutare l’attore.
Il terzo sempre a Napoli, al Rione Sanità che li diede i natali, e che ora salutava una bara vuota, ma colma di calore e di partecipazione in una giornata di quasi fine maggio.
Il 15 aprile 2017, ricordo del 50° della morte, l’Università degli Studi di Napoli gli ha conferito la “Laurea Honoris Causa “ alla memoria in “Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria”.
Sempre a Napoli la sua memoria viene omaggiata dalla mostra monumentale e antologica,“Totò Genio”, una raccolta inedita, di locandine, documenti, abiti di scena visibile dal 13 aprile al 9 luglio 2017.
Suddivisa in tre percorsi: nella Cappella Palatina del Maschio Angiolino, dal titolo “Genio fra i geni” lo vede tra i grandi del Novecento, a Palazzo Reale “Totò, che spettacolo!”le sue arti, ultimo percorso al Convento di San Domenico Maggiore”, con “Totò dentro”.
“…bellissimo questo Paese in cui però per venire riconosciuti in qualcosa, bisogna morire…”( citazione di Totò).