domenica, Maggio 5, 2024

The Great Crashes di Linda Yueh – prepararsi alla prossima crisi

Per chi è attento alle pagine economiche, le ultime settimane sono state una lettura nervosa. Una dopo l’altra, banche regionali statunitensi con miliardi di dollari nei loro libri contabili sono crollate. La storica banca europea CreditSuisse è stata acquistata in una svendita. Si sono diffuse voci su chi potrebbe essere il prossimo. Non è che… potrebbe essere… non sarà un altro crollo finanziario, vero? Tutto ciò rende il nuovo libro di Linda Yueh quasi allarmantemente tempestivo, come se lei stesse facendo un tanking dell’economia globale come la madre di tutte le trovate di guerrilla marketing.

L’autrice apre con una cattiva notizia: i crolli economici sono un dato di fatto e ce ne sarà sempre un altro. Non solo, ma per quanto abbiano in comune – ne analizza 10, dal 1929 al 2020 – il prossimo sarà il risultato di un’inedita combinazione di fattori. Non esiste una formula che ci permetta di prevederli ed evitarli in modo affidabile.

Ma c’è comunque speranza. Yueh dimostra che il corso di un crollo, almeno, segue un percorso prevedibile, svolgendosi in tre fasi. La prima, secondo l’autrice, è l’euforia: accade qualcosa che convince un gran numero di operatori economici che la crescita può continuare per sempre e che le vecchie regole non valgono più. Questa volta sarà davvero diverso.

Spoiler: non è mai diverso. Il crollo arriva inevitabilmente, per poi risolversi nella seconda fase, che lei chiama “credibilità”. Solo quando un organismo, sia esso una banca centrale, un governo o un’organizzazione internazionale, può dimostrare di avere una risposta credibile, le turbolenze si attenuano. La risposta può consistere nel garantire i depositi bancari, nell’introdurre regole per il salvataggio delle istituzioni finanziarie, nello svalutare una valuta o in una serie di altri interventi.

Il tempo necessario per raccogliere una risposta credibile – e la natura di tale risposta – è ciò che secondo Yueh dà forma alla terza fase, quella successiva. La ripresa sarà lenta? Ci sarà una stagnazione economica? Milioni di persone perderanno il lavoro o la casa? Per quanto grave sia l’incidente, nessuno di questi esiti è inevitabile: la risposta delle autorità è davvero importante.

L’economia è un po’ maledettamente un argomento affascinante che spesso si impantana in spiegazioni e calcoli banali. Il libro di Yueh ne è privo e scrive con lucidità di un secolo di crolli in tutto il mondo. Il libro The Great Crashes è anche breve e veloce, con circa 250 pagine, ma questa brevità ha forse un costo. Sebbene sia chiaramente rivolto a un pubblico generico, e nonostante la mancanza di burocrazia, chi non ha familiarità con il gergo del giornalismo finanziario ed economico potrebbe avere difficoltà. Uno spazio aggiuntivo avrebbe potuto consentire un po’ più di assistenza.

Chi è in grado di affrontare la terminologia, però, sarà ricompensato. La Yueh apre il suo libro con una citazione del famoso economista JK Galbraith, lamentando che ci sono “pochi campi dell’attività umana in cui la storia conta così poco come nel mondo della finanza”. In realtà, il suo racconto riporta alla mente un’altra citazione: l’adagio di Leo Tolstoj secondo cui “tutte le famiglie felici si assomigliano, ma ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”.

Yueh dimostra abilmente che, sebbene ogni economia infelice sia infelice a modo suo, possiamo e dobbiamo imparare dalle crisi precedenti. Forse non saremo in grado di fermare l’esuberanza irrazionale dei mercati – che si tratti del settore bancario statunitense o dell’inquietante scricchiolio del mercato immobiliare cinese – ma i responsabili politici possono imparare cosa funziona e cosa non funziona in risposta. Si spera che almeno qualcuno di loro legga questo libro prima di dover rimediare al prossimo pasticcio.

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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