giovedì, Maggio 2, 2024

Salvatore Incorpora: il racconto della quotidianità siciliana

La mostra “Vite parallele” presenta per la prima volta a Milano le opere di Salvatore Incorpora. Fino al 16 gennaio i lavori dell’artista nato a Gioiosa Ionica dialogano con le sculture di Francesco Messina. L’esposizione sottolinea l’eccezionalità dei due percorsi, evidenziando una diversità che in arte è unione e coralità.


Presepe, una cultura sopravvissuta nei secoli


Cosa propone l’esposizione di Salvatore Incorpora?

La prima retrospettiva mai realizzata allo Studio Museo Francesco Messina mette a nudo il mondo dell’artista. Presenta quindi una realtà dominata da sentimenti rivolti all’uomo e al vivere quotidiano. Si potranno ammirare i presepi realizzati con materiali misti, dipinti con cura miniaturistico, inseriti in un microcosmo che rivela la Sicilia di metà Novecento. Le opere di Incorpora sono fotografie di momenti, espressioni di un sentire che emoziona e coinvolge. Lo rivelano le tele e le sculture, dominate da pennellate e colpi di polpastrelli dinamici, espressionisti, non solo nella tecnica ma anche per i soggetti raffigurati. Riproduce, infatti, uomini e donne che cercare fortuna fuori dalla Sicilia, i migranti, i vinti di Giovanni Verga. Sono individui che rappresentano un’identità sicula fieramente espressa con dignità e la forza del colore.

Il museo degli artisti a Linguaglossa

Ai due artisti è dedicato il Museo inaugurato nel 2015 a Linguaglossa, paese ai piedi dell’Etna di circa 5.000 abitanti. Nelle sale si possono ammirare ottanta prove d’autore di Messina e centocinque tra dipinti, sculture, disegni e presepi di Incorpora. L’esposizione costituisce il riconoscimento a due artisti che hanno avuto, anche se diversamente, un rapporto col borgo. Francesco Messina vi nasce nel 1900 e vi rimane legato in modo profondo, come testimoniano le sue poesie. Salvatore Incorpora invece vi giunge nel dopoguerra (1946) dopo l’esperienza bellica che lo vede, prigioniero IMI, per le strade del Nord Europa. Nato in Calabria, a Gioiosa Ionica, l’1 gennaio 1920, rimane in Sicilia per tutta la vita, cogliendone la durezza.

Francesco Messina e Salvatore Incorpora

I due artisti non si sono mai fisicamente incontrati e percorrono infatti strade artistiche diverse. Vivono esperienze quasi diametralmente opposte, sia sul versante dei soggetti sia sul fronte del linguaggio. Al grande classicismo di Francesco Messina, Salvatore Incorpora ha sempre contrapposto un’arte figurativa solidamente espressionista. Il percorso espositivo si snoda tra sculture, dipinti e presepi e presenta anche alcune lettere del dialogo epistolare tra creativi. Le missive palesano le divergenze di vedute sulla reciproca pratica espressiva.

Lo scambio epistolare tra gli artisti

Come scrive in una lettera indirizzata a Messina, Incorpora sostiene che ogni artista possa armonizzarsi agli altri. “Il soggetto che si crea in arte, può cantare non soltanto ‘in sordina’, sottovoce quindi, ma anche a squarciagola. Ritengo che in questo senso oggi le varie espressioni artistiche possano manifestare e cantare ‘in afflato di poesia l’espressione formale’ nella giunta della collocazione artistica e nel cammino della contemporaneità soprattutto. Forzo e deformo intenzionalmente, disegno e coloro violando, sgrammatico pure. Voglioso soltanto di accentrare le qualità emotive e sensuali nel ricordo di maestri quali Toulouse-Lautrec, Van Gogh, Picasso, Kokoschka, Ensor. Sironi, Rossi, Scipioni, Mafai, Guttuso, Migneco e schiera altra infinita di cantori a voce alta, forte e armonica”.

Salvatore Incorpora a Linguaglossa

Dal suo arrivo a Linguaglossa, Salvatore inizia un rapporto epistolare con Francesco. Inoltre, promuove l’intitolazione del Club Goliardico al più celebre maestro (1955). Assieme al letterato Santo Calì (1918-1972), Incorpora diventa l’unico anello di collegamento tra il borgo e Messina. Il dialogo si interrompe solo quando il più anziano scultore non è più in grado di interloquire epistolarmente per le precarie condizioni di salute. Salvatore Incorpora coi suoi presepi, i dipinti e le sculture, lascia Linguaglossa e arriva a Milano. Un incontro intenso e profondo che avviene nel luogo che Francesco Messina scelse come studio-museo dove tutt’ora si respirano pensieri, intenzioni e visioni.

Immagine da cartella stampa.

Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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