venerdì, Maggio 24, 2024

Piramide dell’Escudo: l’Italia chiede informazioni sulla proprietà

Mentre prosegue il processo di dichiarazione della Piramide degli Italiani come Bene di Interesse Culturale (BIC) da parte della Junta de Castilla y León, il governo centrale, che “non si oppone” a questa classificazione, ha preteso che l’esecutivo regionale “chiarisca” la sua proprietà, definisca il suo successivo utilizzo e includa una menzione di reinterpretazione che rispetti la Legge della Memoria Democratica. La Segreteria di Stato ha confermato di essere intervenuta nel processo attraverso la Delegazione del Governo, assicurando l’obbligo di rispettare la Legge della Memoria e ribadendo la necessità di stabilire a chi appartenga il terreno del tumulo transalpino inaugurato nel 1939 per seppellire i 384 combattenti mussoliniani caduti nella battaglia del porto di El Escudo.

Tra le affermazioni a favore della dichiarazione del BIC, che mira a proteggere l’edificio per il suo valore “storico” e “architettonico”, c’è quella del senatore Roberto Menia, del partito governativo Fratelli d’Italia, condivisa con l’Associazione per il Recupero della Memoria Storica Raíces (Asociación Reivindicativa de la Memoria Histórica Raíces). Fonti vicine a Menia riferiscono a questo giornale che il senatore ha presentato un’interrogazione parlamentare scritta al governo italiano sulla proprietà della piramide. “È in attesa di una risposta formale e ufficiale”, ma queste fonti azzardano che “se sarà confermato che è italiana, le autorità transalpine hanno l’obbligo di prendersi cura dello spazio in modo dignitoso, come si fa con i cimiteri di guerra italiani all’estero”.

Roberto Menia è disposto a recarsi a Burgos e a visitare il monumento in visita ufficiale, come prova del suo coinvolgimento. Anche se sembra che la proprietà sia stata ceduta all’Italia, una volta trasferite le salme nel 1975, l'”uso” del terreno è passato alla Hermandad de la Rivera. Secondo l’Asociación Reivindicativa de la Memoria Histórica Raíces, “la donazione originaria potrebbe essere stata un accordo tra le autorità italiane e il governatore civile, ma questa “certificazione al volo” non è registrata perché nel 1937 [quando iniziarono i lavori] non esisteva una Gazzetta Ufficiale dello Stato”.

Nel frattempo, Raíces ha svolto le proprie indagini e ha inviato i risultati alla Direzione Generale del Patrimonio Culturale della Junta de Castilla y León. Quando è stata fatta la richiesta al Catasto di Burgos, è emerso che la semplice nota emessa indica che “non è stato possibile trovare la particella 181 del Poligono 1 situata nel comune di Valle de Valdebezana, il che non implica che possa essere registrata con altri dati”. L’associazione allega la “certificazione catastale della particella, così come appare sia nella cartografia catastale che negli archivi del catasto, in cui il suo riferimento catastale è determinato come 09425ª001001810000ME […] catalogando la sua ubicazione come terreno rustico, di uso agricolo principale, con una superficie di 7.537 metri quadrati”.

L’area in cui si trova la piramide, nel visualizzatore urbano di Castilla y LeónL’area in cui si trova la piramide, nel visualizzatore urbano di Castilla y LeónLA RAZÓNJCYL
“Dalle informazioni generali ottenute dal visualizzatore urbano di Castilla y León”, afferma l’associazione, “è molto curioso che quest’area – ad eccezione del luogo in cui si trova il monumento – sia un monte patrimoniale di proprietà dell’ente locale e che il suo gestore sia la Consejería de Medio Ambiente, Vivienda y Ordenación del Territorio, ma non comprenda l’area del monumento”.

La conclusione di Raíces è che, “da tutto ciò che abbiamo visto, riteniamo che l’intera montagna sia proprietà pubblica dell’ente locale con carattere patrimoniale ai sensi degli articoli 8 e 9 della Legge sulle Montagne di Castilla y León, e se tutto ciò che circonda il monumento è una proprietà pubblica appartenente al Comune o all’ente locale, anche l’interno, cioè la Piramide, lo sarà”. Pertanto, “dal punto di vista della proprietà del bene, nulla impedirebbe di catalogarlo o dichiararlo Bene di Interesse Culturale, e quindi di godere della corrispondente cura, conservazione e protezione legale”.

La Piramide degli Italiani, a metà strada tra la Castiglia e León e la Cantabria, è un mausoleo costruito da Francisco Franco nella valle di Valdebezana (Burgos) durante la Guerra Civile per seppellire i soldati italiani che avevano appoggiato la parte ribelle. La Hermandad de la Rivera, una società di allevatori di bestiame, avrebbe recuperato l’uso del terreno nel 1975, una volta che l’Italia ha rimpatriato la maggior parte dei corpi, mentre gli altri sono stati inviati al Sacrario Militare Italiano della Chiesa di San Antonio de Padua, a Saragozza. L’edificio, che è a gradoni e ha un’enorme M sulla porta d’ingresso, è diventato un’attrazione turistica della zona, proprio il motivo che molti abitanti del luogo usano per sollecitarne la conservazione. La Consejería de Cultura de Castilla y León ne sottolinea l’architettura “singolare” e le condizioni “artistiche, storiche e paesaggistiche”. Proprio alcune delle eccezioni al regolamento statale sulla Memoria Democratica per poter conservare l’edificio.

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