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Gli USA sanzionano i funzionari di Hong Kong
Gli USA sanzionano i funzionari cinesi di Hong Kong dopo la condanna degli attivisti pro-democrazia. Il governo di filo-Pechino di Hong Kong ha criticato la decisione del governo americano.
Gli USA sanzionano i funzionari cinesi di Hong Kong
Il governo americano ha annunciato nuove sanzioni contro i funzionari cinesi dopo che 14 attivisti pro-democrazia di Hong Kong sono stati condannata per aver violato la legge sulla sicurezza nazionale imposta sa Pechino. “Gli USA sono profondamente preoccupati per i verdetti di colpevolezza annunciati nel processo sulla sicurezza nazionale contro gli organizzatori pro-democrazia di Hong Kong”, ha detto in una nota il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller. “Gli imputati sono stati sottoposti ad un procedimento giudiziario motivato politicamente e incarcerati semplicemente per aver partecipato pacificamente ad attività politiche protette dalla Legge Fondamentale di Hong Kong. Di conseguenza, gli USA hanno annunciato che stanno pianificando nuove restrizioni sui visti per i funzionari responsabili dell’attuazione della legge sulla sicurezza”, ha aggiunto.
Il governo di filo-Pechino di Hong Kong ha criticato la decisione degli USA e ha affermato che le affermazioni da parte dei governi occidentali sono non veritiere, calunniose e diffamatorie. “Le cosiddette sanzioni menzionate da alcuni politici stranieri sanno di spregevole manipolazione politica”, ha detto il governo di Hong Kong.
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La condanna penale di Trump: sistema giudiziario corrotto?
Il sistema giudiziario è corrotto da Joe Biden che si accanisce contro Donald Trump. Questo ritornello è stato ripetuto costantemente dall’ex presidente e da buona parte dei leader del Partito Repubblicano per cercare di giustificare la condotta illegale di colui che tutti credono sarà il portabandiera a sfidare Biden all’elezione di novembre. La condanna di Trump nel processo di Manhattan sulle falsificazioni di documenti relazionati alla pornostar Stormy Daniels era già dunque stata preparata come riflesso di un sistema corrotto e accanito contro il 45esimo presidente.
Non c’è dubbio che il sistema giudiziario contiene una dose di corruzione. Questa situazione però è dovuta in buona misura ai comportamenti di Trump che paradossalmente lo hanno beneficiato. Come si sa, l’ex presidente è stato indagato nello scandalo dell’interferenza russa sull’elezione del 2016. Il procuratore speciale Robert Mueller nel suo rapporto ha dichiarato che l’allora presidente era colpevole di ostruzione alla giustizia ma non lo incriminò per la direttiva del dipartimento di Giustizia che un presidente in carica non può essere incriminato. Mueller lo trattò con estrema riverenza e invece di interrogarlo in persona accettò di ricevere risposte scritte da Trump che ovviamente furono preparate dai suoi legali. Non avvenne la stessa cosa con tanti altri che dopo le indagini furono processati e incarcerati eccetto per i 16 russi che una volta accusati scapparono immediatamente nel loro Paese.
Trump subì due impeachment per la sua condotta illegale. Il primo per avere abusato i suoi poteri nella ricerca di creare un polverone di corruzione del suo avversario politico Biden in Ucraina. L’allora presidente aveva chiesto al neo eletto presidente Volodymyr Zelensky che gli avrebbe mandato le armi promesse ma voleva un “piccolo favore”: iniziare un’indagine per cercare di incastrare Biden. Il secondo impeachment fu causato dagli incitamenti il 6 gennaio 2021 che hanno causato gli assalti al Campidoglio il giorno della conferma di Biden a nuovo presidente.
Nonostante questi due impeachment Trump è riuscito durante i suoi quattro anni alla Casa Bianca a nominare tre dei nove giudici alla Corte Suprema. Un presidente macchiato da due impeachment e adesso condannato da una giuria dei suoi pari a New York inquina ovviamente la legittimità di queste nomine. Non si prevedono dimissioni dei giudici i quali, direttamente o indirettamente, stanno aiutando Trump a non dovere affrontare gli altri casi penali di cui è accusato. Lo stanno facendo poiché l’ex presidente ha fatto ricorso asserendo di possedere completa immunità da presidente. Quindi i due casi penali sotto la guida di Jack Smith, procuratore speciale, sono ritardati e potenzialmente archiviati. Uno di questi casi verte sui documenti top secret posseduti illegalmente da Trump nel suo resort di Mar-a-Lago in Florida. Il secondo caso verte sui tentativi di Trump di ribaltare l’esito elettorale del 2020. Ambedue i casi sono congelati e la Corte Suprema non sembra avere fretta a determinare l’immunità per chiarire agli elettori americani se uno dei due maggiori candidati è reo di crimini federali.
Quando Trump parla di due sistemi di giustizia ha ragione anche se lui non riconosce che lui è quello avvantaggiato. Non si tratta però di benefici illimitati come ci rivela la condanna nel processo di falsificazione di documenti che hanno infranto le leggi elettorali dello Stato di New York e anche quelle federali. Questi benefici ricevuti da Trump includono la libertà di correre per la presidenza mentre allo stesso tempo attacca i giudici, procuratori e chiunque lui vede come suo nemico. Persino i suoi attacchi velenosi al giudice Juan Merchan che emetterà la condanna l’11 luglio e a Alvin Bragg, procuratore di New York, gli sono stati tollerati. E quando il giudice Merchan gli ha imposto il “bavaglio” di non poter attaccare i giurati e membri del personale giudiziario l’ex presidente ha incoraggiato i leader del Partito Repubblicano ad agire al suo posto attaccando quegli individui che gli sono stati interdetti.
Non c’è alcun dubbio che Trump abbia contribuito a scuotere il sistema giudiziario con una condotta che spesso ha rasentato e forse raggiunto l’illegalità per i suoi benefici. Ciononostante il sistema dei contrappesi fino adesso ha tenuto grazie al lavoro professionale di molti membri della magistratura. Le continue accuse di Trump al sistema giudiziario e ai magistrati non gli faranno però la vita facile. Trump ha già perso parecchie settimane di libertà dovendo essere presente ogni giorno in tribunale durante il processo. Non si sa esattamente che tipo di condanna alla fine emetterà il giudice Merchan. Nelle prossime settimane Trump sarà intervistato dal “Probation Department” (dipartimento di libertà vigilata) di New York, che include anche un interrogatorio da uno psicologo. Il “Probation Department” farà una raccomandazione sul tipo di sentenza da imporre al condannato Trump che sarà poi esaminata dai suoi legali e da quelli della magistratura. Anche questi due faranno le loro raccomandazioni. Se Trump continuerà ad accusare la magistratura di corruzione sostenendo la sua innocenza e non dimostrerà nessun rimorso o pentimento, influirebbe notevolmente sulla possibilità di andare in carcere per un periodo di 1 a 4 anni. Questa possibilità appare improbabile ma nella decisione della sentenza peseranno anche le due incriminazioni civili già perse. Peseranno anche le tre incriminazioni penali, due federali e quella nello Stato della Georgia, che sono congelate e non avranno luogo, salvo colpi di scena, fin dopo l’elezione di quest’anno.
Trump sembra scommettere tutto su un possibile ritorno alla Casa Bianca che gli permetterebbe di porre fine alla “corruzione” che lui vede nella magistratura. Si tratta di un piano già annunciato di strumentalizzare il sistema giudiziario per ottenere la sua vendetta che ha già tracciato.
Subito dopo l’annuncio della sua colpevolezza a Manhattan Trump ha dichiarato che il “vero verdetto spetterà al popolo il 5 novembre”, ossia il suo vero giudice sono gli elettori. In caso di vittoria, Trump potrebbe facilmente sbarazzarsi dei due processi penali facilmente e persino concedersi la grazia. Non potrebbe però concedersi la grazia nei processi Statali di New York e Georgia dove il suo potere sarebbe limitato e la grazia spetterebbe ai governatori dei rispettivi Stati. In ogni modo Trump dovrà prima vincere. Al momento non si sa quale effetto avrà la sua condanna penale con gli elettori. La sua base rimarrà solida ma gli elettori moderati e indipendenti, che spesso decidono le elezioni, non prenderebbero di un buon occhio l’idea di votare per un presidente condannato.
Elezioni India: al via la fase finale
Al via la fase finale delle elezioni in India. Le elezioni, iniziate il 19 aprile, si concluderanno oggi e i risultati saranno annunciati il 4 giugno.
Elezioni in India: al via la fase finale
Le elezioni in India si avviano verso la fase finale. Sono infatti iniziate le votazioni per gli ultimi 57 seggi parlamentari. Le elezioni, che coinvolgono 968 milioni di persone, sono state scaglionate su sei settimane a partire dal 19 aprile fino al 1° giugno. I risultati saranno annunciati il 4 giugno.
Rispetto alle ultime elezioni si è registrato un calo dell’affluenza alle urne, con la fase più bassa che ha registrato solo il 62,2%. Gli analisti attribuiscono il calo in parte all’ondata di caldo che ha colpito alcune parti del Paese. Le autorità hanno riferito che almeno 19 funzionari elettorali sono morti a causa del caldo torrido. Secondo i funzionari, almeno 33 persone sono morte in diverse parti del Paese.
Modi e il BJP in cerca di una nuova vittoria
Il primo ministro Narendra Modi è in cerca di un terzo mandato. Il Bharatiya Janata Party (BJP) di Modi è salito al potere per la prima volta nel 2014, con l’obiettivo dello sviluppo economico e della repressione della corruzione. Il suo mandato ha visto l’India crescere come potenza globale, ma deve anche affrontare critiche per l’aumento della disoccupazione, gli attacchi alle minoranze e l’impoverimento della libertà di stampa. I partiti di opposizione si sono riuniti sotto la bandiera dell’Indian National Developmental Inclusive Alliance (INDIA). Ma la coalizione è stata segnata da lotte intestine per differenze ideologiche e scontri di personalità. Inoltre, la coalizione non ha ancora dichiarato il proprio candidato a primo ministro. L’opposizione è stata inoltre ostacolata da diverse indagini penali da parte del governo e da un’indagine fiscale che quest’anno ha congelato i conti bancari del Congresso.
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Trump ha raccolto 53 milioni nelle 24 ore dopo il verdetto
L’ex presidente americano Donald Trump ha raccolto 53 milioni di dollari nelle 24 ore successive al verdetto di colpevolezza.
Trump ha raccolto 53 milioni dopo il verdetto
La campagna dell’ex presidente americano Donald Trump ha raccolto 53 milioni di dollari in donazioni nelle 24 ore successive al verdetto di colpevolezza. Secondo una nota della campagna, la raccolta è stata realizzata grazie ai piccoli donatori.
Nel frattempo, i figli di Trump rompono il silenzio dopo il verdetto. Ivanka Trump ha parlato pubblicamente per la prima volta da quando suo padre è stato dichiarato colpevole di tutti i 34 capi di imputazione. Ivanka ha pubblicato una storia su Instagram con il messaggio “Ti amo papà”. Il messaggio conteneva anche una foto di Ivanka da bambina in posa con suo padre. Anche il figlio maggiore di Trump, Donald Trump Jr., ha parlato del verdetto. Don Jr. ha tuttavia avuto una reazione diversa dalla sorella. “Che stronzate”, ha scritto su X.
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Tax Freedom Day, da lunedì 3 giugno italiani ‘liberi’ dalle tasse
La Russia lancia un attacco missilistico su larga scala contro l’Ucraina
La Russia lancia un attacco missilistico su larga scala contro l’Ucraina. Colpite le infrastrutture energetiche in diversi oblast. Negli ultimi mesi, la Russia ha intensificato i suoi attacchi contro le infrastrutture critiche dell’Ucraina.
Ucraina: la Russia lancia un attacco missilistico su larga scala
La Russia ha lanciato un attacco missilistico e con droni su larga scala contro l’Ucraina, danneggiando le infrastrutture energetiche in varie regioni del Paese. Almeno quattro persone sono rimaste ferite negli attacchi. Intorno alle 4 del mattino ora locale, i detriti di un drone russo di tipo Shahed abbattuto hanno provocato un incendio in una struttura infrastrutturale critica nell’oblast di Vinnytsia.
Il ministro dell’Energia ucraino Herman Halushchenko ha confermato che le infrastrutture energetiche negli oblast di Zaporizhzhya, Dnipropetrovsk, Donetsk, Kirovohrad e Ivano-Frankivsk sono state attaccate dalle forze russe. Sul posto sono attualmente presenti gli addetti ai lavori di restauro e di soccorso che stanno accertando l’entità del danno. A Zaporizhzhya si sono sentite diverse esplosioni un totale di 20 edifici residenziali e istituzioni sociali sono stati danneggiati a causa degli attacchi.
L’aeronautica militare ucraina ha annunciato un’allerta aerea in tutto il paese. Secondo quanto riferito, la Russia ha lanciato 47 droni “kamikaze” di tipo Shahed e 53 missili di vario tipo, tra cui 35 missili da crociera Kh-101/555, quattro missili balistici Iskander-M, un missile da crociera Iskander-K, 10 missili da crociera Kalibr e tre Kh -59/69 missili aerei. Le difese aeree ucraine hanno abbattuto missili Kh-101/555, quattro missili Kalibr, un missile Iskander-K e 46 droni.
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