Michel de Montaigne: il filosofo che ha dipinto l’io

"Se la mia anima potesse prender piede, io non mi sperimenterei, ma mi risolverei; ma essa è sempre in tirocinio ed in prova"

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Michel de Montaigne

Michel de Montaigne è stato un uomo del Rinascimento e un professionista della penna. Senza dubbio filosofo dell’io, esploratore dell’esistenza umana e celebratore dell’umanesimo.

Oggi ricorre l’anniversario della sua morte. Lo ricordiamo con un excursus sulla sua vita e sul suo pensiero.

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Biografia di Michel de Montaigne

La filosofia di Montaigne risiede tutta nel concetto del ritorno dell’uomo. Difatti l’uomo che ritorna a se stesso costituisce l’essenza del moto di rinnovamento rinascimentale. Quest’aspetto trova in Montaigne la sua espressione culminante.

Il pensatore nacque il 23 febbraio 1533 nel castello di Montaigne nel Périgord in Francia. Seguì l’educazione paterna, libera e priva di costrizioni. Imparò il latino come lingua materna da un precettore che non conosceva il francese. Studiò diritto e divenne consigliere nel parlamento di Bordeaux.

Intorno al 1571 l’umanista si ritirò nel suo castello per dedicarsi agli studi. I primi frutti del suo lavoro portavano il nome di Essais.

I Saggi, l’opera più nota di Montaigne, è una raccolta di semplici collezioni di fatti o di sentenze ricavate da scrittori diversi antichi e moderni.

Il vero centro della meditazione di Montaigne è la personalità umana, la sua e in generale quella degli altri. L’uomo e la sua esitenza hanno un peso fondamentale e assumono il carattere di una vera e propria “dipintura dell’io”.

Montaigne nel 1580 pubblicò i primi due libri dei Saggi e sempre nello stesso anno lasciò la Francia per la Svizzera e viaggiò in Bordeaux. Nel 1582 diede alle stampe una seconda versione dei Saggi aggiornata con note e chiarimenti. Morì nel suo castello il 13 settembre 1592.

I Saggi di Montaigne

Saggi vuol dire propriamente esperienze. Lo scopo filosofico di Montaigne fu quello di rintracciare le esperienze umane espresse negli scritti di autori antichi e moderni. In particolare il pensatore cercò di mettere in relazione con la propria vita quelle esperienze già vissute.

Lo sguardo puntato su se stesso, la meditazione interiore non più religiosa ma laica e filosofica, il continuo dialogare con gli altri e il costante riferimento non solo allo spirito ma alle “cose” umane costituiscono i tratti essenziali dell’opera di Montaigne.

Montaigne ebbe sempre una posizione socratica e la sua filosofia, infatti, fu il filosofare stesso. Egli indagava se stesso andando sempre al di là di se stesso. Con questo criterio si affacciava sull’umanità intera.

Il filosofare di Montaigne può essere descritto come un filosofare autobiografico. Proprio quel rivolgimento del proprio io all’umanità stessa comprendeva e afferrava ugualmente la singolarità dell’individuo e l’universalità della condizione umana.