Rocco Bormioli, l’ultimo erede di una fra le famiglie imprenditoriali più prestigiose di Parma, coinvolto nella tarda serata di giovedì in un incidente sull’A1, è ricoverato in terapia intensiva all’Ospedale di Baggiovara di Modena in condizioni molto gravi. L’industria Bormioli, leader nella produzione del vetro, dal 1825 è stata attiva negli stabilimenti di Parma e Fidenza e, nonostante la crisi, ha continuato a mantenere il proprio ruolo di riferimento del settore. Bormioli, 55 anni, porta lo stesso nome del nonno, l’imprenditore che, dagli anni Trenta e fino alla morte avvenuta nel 1974, ha caratterizzato il panorama industriale della città emiliana al pari dell’altro colosso parmigiano: la Barilla. Il nipote, prima dell’incidente, non è però salito agli onori delle cronache solo per la sua attività di imprenditore ma anche per una vicenda legata alla detenzione e allo spaccio di stupefacenti.
Arrestato nel marzo del 2009 in un’indagine denominata “Sesso e droga”, aveva patteggiato una pena di tre anni e, dopo un periodo di disintossicazione in un centro specializzato toscano e poi in una comunità protetta di Torino, era ritornato a Parma pronto ad aprire una nuova attività imprenditoriale. La sua vita da allora è completamente cambiata e la sua azienda, localizzata nell’Appennino parmense, sta ottenendo buoni successi.