Liberati tre dei sette religiosi cattolici rapiti a Haiti

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rapiti a Haiti

Buone nuove da Haiti: tre dei sette religiosi rapiti l’11 aprile sono stati rilasciati. A confermalo è il quotidiano francese, Paris Match, che riporta le parole del portavoce della Conferenza episcopale haitiana padre Loudger Mazile, circa il sequestro avvenuto a Haiti, in una periferia di Port-au-Prince, in occasione della Messa di insediamento di un nuovo parroco. Rapite 10 persone: sette religiosi, cinque haitiani e due francesi e tre laici, familiari di un sacerdote haitiano, tutti prelevatii mentre si recavano alla celebrazione.

Crisi politica

L’evento ha sconvolto l’opinione pubblica oltre i confini dell’isola e ha provocato una profonda crisi politica nel Paese, afflitto da un massiccio aumento di rapimenti a scopo di estorsione negli ultimi mesi a Port-au-Prince e nelle province limitrofe, a testimonianza della crescente influenza delle bande armate sui territorio haitiano. La Chiesa cattolica ha così lanciato a pochi giorni dal rapimento un appello mirato a denunciare l’inerzia delle autorità pubbliche e “la dittatura del rapimento” che ormai ha preso il sopravvento il Paese.


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Rapiti a Haiti: la protesta

Le messe sono state celebrate e le campane hanno suonato a mezzogiorno in punto, in segno di protesta.“Da tempo assistiamo alla discesa agli inferi della società haitiana.” Ha detto il giorno dopo il rapimento monsignore Max Leroy Mésidor, arcivescovo della prima città haitiana. “Le autorità pubbliche che non fanno nulla per risolvere questa crisi non sono immuni da ogni sospetto. Denunciamo la compiacenza e la complicità da qualunque parte provengano”.

Di fronte a queste critiche, il presidente di Haiti, Jovenel Moïse, ha annunciato le dimissioni del governo. E la nomina di un nuovo primo ministro, per far fronte all’acuto problema dell’insicurezza. Parigi invece ha aperto un’inchiesta per “sequestro di persona e sequestro di persona da criminalità organizzata”.


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