Lavorare in U.S.A.

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L’operaio che non vuole diventare un colletto rosa

Colletti rosa. Se i colletti blu indicano gli operai e i colletti bianchi gli impiegati, il rosa sapete cosa segnala: lavori che tradizionalmente vengono svolti dalle donne, e secondo Federico Rampini inviato di “Repubblica” New York, dice che questi lavori sono quelli che crescono di più’, almeno in America. E questo è un grosso problema. In pratesi può’  ricondurre a questa tendenza anche la vittoria di Donald Trump, dice sempre l’inviato da New York Federico Rampini. Il problema, non facilmente risolvibile,è questo: la classe operaia, espulsa dalle sue attività tradizionali, non ce la fa propio a riconvertirsi in colletti rosa. Questione di attitudine e addestramento,di status e di perfino di qualcosa di più’ profondo: accettare questi lavori significa rinunciare a un’idea di virilità’, a un pezzo importante dell’identità’ maschile. Tra l’altro non sono solo gli operai o ex-operai ad avere questo tipo di resistenza. Anche le loro mogli la pensano cosi’. Secoli di separazione dei ruoli non di cancellano d’un tratto. C’e’ pure un aspetto economico, non il più’ importante ma nemmeno irrilevante: i colletti rosa guadagnano molto meno.

La sociologa Joan Williams

Di questo tema si è occupata una sociologa che conosce bene l’ambiente operaio, anche perché ne ha sposato uno. Si chiama JOAN WILLIAMS e ha scritto un libro intitolato White Working Class in cui affronta senza pregiudizi il tema lavoro-virilità’.Ci sono mestieri che hanno un’immagine macho, chi li fa si sente realizzato e confermato nell’identità’, nel ruolo di padre e marito. Hanno a che fare , almeno in parte, con la forza fisica o con la capacita’ di costruire cose. Muratore  o metalmeccanico, camionista o allevatore.Tradizionalmente erano anche ben remunerati; non di rado grazie a una forte sindacalizzazione.

Ma le fabbriche chiudono , l’industria licenzia, gli operai sono sempre meno richiesti. Cresce  invece la domanda di infermiere, maestra d’esilio, cassiere di supermercato, donne delle pulizie. Ho declinato queste figure al femminile . perché a fare questi mestieri sono state più’ spesso le donne. Ma se c’è richiesta , perché gli uomini non si adattano?.

La giornalista Susan Chira

Di recente ne ha scritto anche SUSAN CHIRA una giornalista del New York Times: le nozioni di mascolinità’ stentano a morire , tra le donne e anche fra gli uomini. No c’è solo il fatto che gli uomini considerano il fatto che alcuni di questi mestieri degradanti; oppure pensano di non avere l’attitudine emotiva a svolgerli. Le loro mogli, i loro datori di lavoro, e le donne che svolgono quei mestieri la pensano allo stesso modo.

Il dramma della classe operaia è tremendo. Circa venti milioni di maschi fra i 20 e i 65 anni non hanno un lavoro. Sette milioni fra loro hanno smesso del tutto di cercarsi un’occupazione, scoraggiati. Alcuni si rifugiano in forme di assistenzialismo che avremmo definito ” all’italiana” , come le pensioni d’invalidità’. Altri si drogano. Molti hanno votato Trump, dando il contributo decisivo alla sua vittoria. davvero sperano che questo presidente possa resuscitare l’industria americana, restituire i lavori di una volta, e anche ( relativamente ) relativamente ben pagati? Gli economisti li trattano come dei poveri illusi.Le èlite intellettuali considerano come un atteggiamento retrogrado l’attaccamento ai mestieri macho. Pero’ c’è qualcosa di disonesto dietro il disprezzo dell’élite. Nelle professioni nobili quelle di chi ha votato prevalentemente a sinistra, esiste una divisione di ruoli in base al sesso, eccome se esiste. Gli uomini dei ceto medicati si muovono in attività’ come manager di azienda o avvocati, esperti di tecnologia o di finanza dove rimane il predominio maschile. Non mollano il loro status per andare ad accudire bambini o ad assistere malati e anziani.