Un fenomeno astronomico raro e affascinante è tornato al centro dell’attenzione globale: la Croce di Einstein. Normalmente si presenta come quattro immagini perfettamente allineate di un oggetto lontano, come un quasar, prodotte dall’effetto lente gravitazionale: la luce del quasar viene piegata dalla massa di una galassia interposta, creando l’illusione ottica di una croce luminosa.
Nei giorni scorsi, tuttavia, un team internazionale di astronomi ha osservato una variante eccezionale di questo fenomeno. Il quasar denominato HerS-3 ha mostrato non solo le quattro immagini classiche, ma anche un’inaspettata quinta immagine centrale, visibile grazie ai potenti strumenti dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) in Cile.
Un rebus cosmico che parla di materia oscura
Per spiegare questa configurazione inconsueta, gli scienziati hanno elaborato modelli matematici e simulazioni. La conclusione più plausibile è che al centro della galassia che funge da lente si trovi un massiccio alone di materia oscura, invisibile agli strumenti ottici ma fondamentale per deviare ulteriormente la luce e generare la quinta immagine.
La materia oscura costituisce circa l’85% della massa dell’universo, ma la sua natura rimane uno dei più grandi misteri della cosmologia moderna. Ogni indizio osservativo come questo diventa quindi prezioso per comprendere meglio il “tessuto nascosto” che tiene insieme le galassie.
Un fenomeno raro che accende la curiosità
Le Croci di Einstein sono già di per sé rare. L’aggiunta di una quinta immagine le rende un laboratorio unico per la scienza, capace di mettere alla prova teorie sull’evoluzione dell’universo e sulla distribuzione della materia oscura.
La notizia ha avuto ampia risonanza mediatica, contribuendo a rendere “Croce di Einstein” una delle ricerche più di tendenza su Google negli ultimi giorni. Non solo appassionati di astronomia, ma anche curiosi e studenti si sono chiesti cosa significhi questa nuova scoperta.
Einstein ancora protagonista
Il fenomeno prende il nome da Albert Einstein, che con la sua teoria della relatività generale nel 1915 aveva previsto che la luce potesse essere piegata dalla gravità. Oggi, più di un secolo dopo, nuove osservazioni continuano a confermare e ad ampliare le intuizioni del fisico tedesco, offrendo immagini mozzafiato e nuovi strumenti di conoscenza.
Una finestra sul futuro della cosmologia
La Croce di Einstein con la quinta immagine è destinata a diventare un caso di studio di riferimento. Gli astronomi sperano di raccogliere ulteriori dati con ALMA e con il telescopio spaziale James Webb, per mappare con maggiore precisione la distribuzione di materia oscura nella galassia lente e migliorare i modelli cosmologici.
Ancora una volta, il cielo ci ricorda che l’universo è un luogo pieno di misteri, e che ogni nuova scoperta non solo risponde a domande antiche, ma apre scenari inediti per il futuro della scienza.