Pechino si è scagliata contro l’accusa della NATO alla Cina di sfidare gli interessi e la sicurezza del gruppo e si è opposta a qualsiasi tentativo dell’alleanza militare di espandere la propria impronta nella regione Asia-Pacifico.
In un comunicato fortemente formulato, emesso martedì (11 luglio) a metà di un vertice di due giorni nella capitale lituana di Vilnius, la NATO ha affermato che la Repubblica Popolare Cinese (RPC) sfida i suoi interessi, la sua sicurezza e i suoi valori con le sue “ambizioni e politiche coercitive”.
“La Repubblica Popolare Cinese impiega un’ampia gamma di strumenti politici, economici e militari per aumentare la sua impronta globale e proiettare il suo potere, pur rimanendo poco trasparente riguardo alla sua strategia, alle sue intenzioni e al suo sviluppo militare”, hanno dichiarato i capi di Stato della NATO nel loro comunicato.
“Le operazioni ibride e informatiche dannose della RPC, la sua retorica conflittuale e la disinformazione prendono di mira gli alleati e danneggiano la sicurezza dell’Alleanza”.
Il contenuto del comunicato relativo alla Cina non tiene conto dei fatti fondamentali, distorce la posizione e le politiche della Cina e la scredita deliberatamente, ha dichiarato martedì la missione cinese presso l’Unione Europea in un comunicato.
“Ci opponiamo fermamente e rifiutiamo tutto ciò”, ha dichiarato.
Il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha dichiarato ai giornalisti presenti al vertice che la Cina, pur non essendo un “avversario” della NATO, sta sfidando sempre più l’ordine internazionale basato sulle regole con il suo “comportamento coercitivo”.
“La Cina sta sfidando sempre più l’ordine internazionale basato sulle regole, rifiutandosi di condannare la guerra della Russia contro l’Ucraina, minacciando Taiwan e portando avanti un sostanziale rafforzamento militare”, ha dichiarato.