Il reattore nucleare finlandese di Olkiluoto 3 (OL3), il più grande d’Europa, dopo un lungo ritardo, inizierà a funzionare regolarmente domenica, ha dichiarato sabato il suo gestore, aumentando la sicurezza energetica in una regione in cui la Russia ha tagliato le forniture di gas e di energia. L’energia nucleare rimane controversa in Europa, soprattutto a causa di problemi di sicurezza, e la notizia dell’avvio di OL3 arriva mentre la Germania sabato spegnerà i suoi ultimi tre reattori rimasti, mentre Svezia, Francia, Gran Bretagna e altri pianificano nuovi sviluppi.
Il reattore nucleare più grande d’Europa sarà attivo da domenica 16 aprile
L’operatore di OL3, Teollisuuden Voima (TVO), di proprietà della società di servizi finlandese Fortum (FORTUM.HE) e di un consorzio di aziende energetiche e industriali, ha dichiarato che l’unità dovrebbe soddisfare circa il 14% della domanda di elettricità della Finlandia, riducendo la necessità di importazioni da Svezia e Norvegia. La costruzione del reattore da 1,6 gigawatt (GW), la prima nuova centrale nucleare in Finlandia in oltre quarant’anni e la prima in Europa in 16 anni, è iniziata nel 2005. L’impianto avrebbe dovuto essere inaugurato quattro anni dopo, ma è stato afflitto da problemi tecnici. OL3 ha fornito per la prima volta una produzione di prova alla rete elettrica nazionale finlandese nel marzo dello scorso anno e si prevedeva che avrebbe iniziato a produrre regolarmente quattro mesi dopo, ma ha subito una serie di guasti e interruzioni che hanno richiesto mesi per essere risolti.
La Germania spegnerà le ultime centrali nucleari rimaste
La riduzione dei costi grazie al reattore nucleare più grande d’Europa
Come risultato dell’avvio, gli analisti hanno detto che la Finlandia, l’unico Paese nordico con un grande deficit di energia, può aspettarsi una riduzione dei costi dell’elettricità. Le esportazioni di energia elettrica dalla Russia alla Finlandia sono terminate lo scorso maggio, quando la società di servizi russa Inter RAO ha dichiarato di non essere stata pagata per l’energia venduta, come conseguenza del crescente divario tra Mosca e l’Europa a causa della guerra in Ucraina. Poco dopo, il monopolio statale russo delle esportazioni Gazprom ha interrotto le spedizioni di gas naturale alla nazione nordica.