Venerdi 27 gennaio presso la Parrocchia Buon Pastore a Macerata , nelle Marche, Don Fortunato di Noto, fondatore dell’Associazione Meter, sacerdote che da 25 anni contrasta il fenomeno della pedofilia online, ha voluto sottolineare ancora una volta l’importanza della comunicazione digitale e la crescita di fenomeni devianti in Rete.
In particolare, si è soffermato sull’attuale mutamento socio-comunicativo e fenomeno della pedofilia online, che sta prendendo sempre più piede nel deep web e che rischia di imporsi nella società come “nuova cultura”.
Nel 1989, per la prima volta, il sacerdote iniziò ad esplorare la Rete e risultò subito chiara la forza di Internet, la possibilità di esplorare e comprendere, attraverso la tecnologia, le molteplici facce del mondo compresa quella sconvolgente della pedofilia online.
Da quel momento comprese quale fosse la sua vera “Missione”: conoscere, analizzare, denunciare tutto ciò che potesse in qualche modo limitare la serenità, la libertà, i diritti e la natura innocente dei bambini.
Il recente report Meter del 2015, mostra come almeno 1 bambino su 5 abbia ricevuto attraverso Facebook o altre chat almeno una proposta o immagini a sfondo sessuale.
Il sacerdote ha denunciato l’ uso improvvisato dei social e il rischio crescita della “cultura dei toyboys”: i bambini non sono vetrine, non sono merce, la nostra società è sempre più fondata sull’immagine e sul baby-marketing.
La giusta domanda è la seguente, suggerisce il sacerdote: “Noi adulti, che bambini vogliamo veramente?”
L’educazione rimane lo strumento migliore per ri-conoscere le dinamiche emotive ed identitarie anche in Rete, sviluppare competenze mediali digitali, riprendere in mano lo strumento della comunicazione e dell’ascolto, ripartendo però da genitori e insegnanti, operando all’interno del contesto scuola-famiglia.